Sconcerto e indignazione per la vicenda delle firme contro l’acciaieria nella zona industriale Aussa-Corno

FVG – Proteste e indignazione si sono levate da parte di associazioni ambientaliste ed esponenti dell’opposizione per la vicenda delle firme contro l’acciaieria nella zona industriale dell’Aussa-Corno.

Secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione, il Gruppo Danieli avrebbe chiesto la lista dei firmatari della petizione popolare contro il progetto dell’impianto e, non ottenendola per motivi di privacy, avrebbe deciso di ricorrere al Tar. Contro il nuovo insediamento erano state raccolte circa 24mila firme.

Annunciata interrogazione in Consiglio regionale

“Abbiamo depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere se, in effetti, la Danieli Spa abbia avanzato una richiesta di accesso agli atti per procedere al ricorso al Tar contro la scelta della Regione di non autorizzare la realizzazione dell’acciaieria e anche se abbia chiesto i nomi delle persone che hanno sottoscritto la petizione contro il progetto, presentata al Consiglio regionale”.

Lo afferma in una nota il capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo, ricordando che “la richiesta dei nominativi dei firmatari ci sembra assolutamente fuori luogo e, se il presidente del Consiglio regionale Bordin, come risulta, ha negato la consegna dei nominativi, ha fatto la scelta giusta”.

“Il diritto dei cittadini di esprimere la propria opinione e di mobilitarsi rispetto a iniziative istituzionali o economiche che non ritengono opportune – prosegue Moretuzzo – non può in alcun modo essere messo in discussione: non ci sono interessi che tengono. La partecipazione attiva delle persone e delle comunità nelle scelte che hanno a che fare con il nostro futuro è un aspetto fondamentale per la democrazia che, diversamente, viene messa in discussione nei suoi stessi principi”.

“Purtroppo, questa è l’ennesima brutta pagina di una vicenda che è stata gestita nel modo peggiore dalla Giunta regionale, tenendo un atteggiamento imbarazzante, contraddittorio e per nulla trasparente. Ci auguriamo – conclude Moretuzzo – che la politica industriale del Friuli Venezia Giulia venga gestita in futuro più seriamente rispetto a quanto fatto finora”.

La vicenda approda in parlamento

Anche la presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati Luana Zanella è intervenuta sulla vicenda.

“È uno sconcertante e inedito atto di arroganza politica da parte del gruppo industriale Danieli. Presenterò una interrogazione ai ministri Piantedosi e Pichetto Fratin per sapere come intendano isolare una ingerenza di questo tipo nelle decisioni dei territori. La scelta di non voler accogliere un’acciaieria a Porto Nogaro, nella Laguna di Marano, a ridosso delle spiagge di Lignano Sabbiadoro, Grado e Bibione, è frutto di una mobilitazione degli abitanti di quei luoghi e dei loro sindaci”.

“Un’azione talmente sentita da avere la meglio e costringere la Regione, con una petizione popolare, ad un passo indietro rispetto ad una scelta che il Governo Meloni ha caldeggiato con un decreto omnibus che consente, in caso di grandi investimenti, l’abolizione delle autorizzazioni in nome del preminente interesse strategico nazionale”.

“L’acciaieria, nella quale la Regione avrebbe dovuto investire molti soldi pubblici, progettata assieme alla Metinvest ucraina per le esigenze belliche del paese in guerra con la Russia e in seguito alla perdita della acciaieria Azovstal di Mariupol, si farà a Piombino. Ora apprendiamo che il Gruppo Danieli vorrebbe conoscere i firmatari della petizione che ha portato al dietrofront della Regione friulana: è un atto che ci preoccupa per l’invadenza delle pretese del profitto su quelle della democrazia. In ogni caso mi autodenuncio: io sono tra chi si è opposto, firmando interrogazioni e ogni altro atto che potesse impedire uno scempio di territorio e di denaro pubblico”.

Vibrata condanna di Legambiente e WWF

Legambiente e WWF, in un comunicato congiunto a firma di Maurizio Fermeglia – Delegato Regionale WWF FVG e Sandro Cargnelutti – Presidente Legambiente FVG, hanno manifestato il proprio sconcerto per la vicenda.

“Il WWF e Legambiente apprendono con stupore della richiesta del gruppo “Danieli” di consegnare i nomi dei 24 mila sottoscrittori della petizione contro l’acciaieria Aussa Corno nella laguna di Grado e Marano. La richiesta è stata rivolta alla Regione Friuli Venezia Giulia che ha, giustamente, rifiutato di farlo”.

“Si tratterebbe di un’intimidazione inaudita, al di là del merito: una richiesta che stupisce da parte di un gruppo industriale che afferma di voler produrre l’acciaio in modo sostenibile, che mette la sostenibilità tra i suoi valori (“Passionate and inspired people building a stronger sustainable future”), che si promuove a livello internazionale come promotrice del cosiddetto acciaio verde”.

“Il Presidente Mattarella, nel suo messaggio di fine anno, ha particolarmente sottolineato l’importanza della partecipazione. La raccolta di firme su una petizione è una delle forme basilari di partecipazione da parte dei cittadini”.

“L’atto compiuto dal Gruppo Danieli pare voler tendere a ledere il più elementare diritto e dovere dei cittadini alla partecipazione: questo certamente non gioverà al profilo “verde” dell’azienda presso l’opinione pubblica e gli investitori internazionali, oltre che gettare pesanti dubbi sulle sue reali intenzioni”.

“Come Associazioni, saremo ancor più attenti e severi nel giudicare il merito, ma se si prescinde dalle più elementari regole democratiche e si cerca addirittura di forzare la giurisprudenza chiudendo gli spazi di partecipazione per i cittadini, è ovvio che il confronto diventa molto difficile”.

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