Protezione Civile, resta incertezza normativa sulla responsabilità dei sindaci. Emendamento dichiarato inammissibile

Roma – Il rinvio a giudizio del sindaco di Preone, Andrea Martinis, e del coordinatore della Protezione Civile locale per la morte del volontario Giuseppe De Paoli ha evidenziato una preoccupante incertezza legislativa sulla responsabilità penale dei sindaci nelle attività di protezione civile. De Paoli, 74 anni, perse la vita il 29 luglio 2023 durante un intervento post-maltempo a Verzegnis, travolto da una ceppaia.

Nonostante una modifica normativa introdotta nel dicembre 2023, che sembrava escludere i sindaci dall’assimilazione ai datori di lavoro per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di intervento dei volontari, il rinvio a giudizio ha evidenziato che la questione rimane aperta e problematica.

In questo contesto, l’onorevole Debora Serracchiani aveva presentato nelle settimane scorse un emendamento al Decreto Legge 48/2025, volto a escludere l’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008) alle attività dei volontari di protezione civile, sollevando così i sindaci e i coordinatori locali da responsabilità penali in caso di incidenti. Tuttavia, qualche giorno fa l’emendamento è stato dichiarato inammissibile dalle commissioni riunite I e II della Camera dei Deputati.

“Il rinvio a giudizio del sindaco di Preone ha spalancato una contraddizione complessa tra la normativa del lavoro e l’attività di volontariato, oltre a questioni di diritto”, ha dichiarato Serracchiani. “L’emendamento che ho presentato intende escludere proprio il volontariato dall’applicazione del decreto 81 del 2008, permettendo di non considerare luoghi di lavoro i luoghi di intervento dei volontari di protezione civile. In tali circostanze, si sollevano inoltre dalla responsabilità penale i destinatari degli obblighi di sicurezza e salute”.

La deputata ha espresso “vivo rammarico” per la decisione di dichiarare inammissibile l’emendamento, sottolineando l’importanza di una riforma normativa che tuteli adeguatamente i sindaci e i volontari impegnati nella protezione civile. “Ripresenteremo la norma con il prossimo strumento legislativo utile, auspicando che la collaborazione tra Parlamento, Governo e Regione possa esprimersi in una migliore sinergia, affinché la preziosa attività dei gruppi di Protezione civile regionale possa continuare in serenità”, ha aggiunto.

La vicenda ha suscitato preoccupazione anche tra i sindaci del territorio, molti dei quali hanno espresso solidarietà al collega di Preone e hanno chiesto una revisione urgente della normativa per evitare che chi opera a beneficio della collettività sia esposto a rischi penali ingiustificati.

Il caso evidenzia la necessità di un intervento legislativo chiaro e condiviso, che riconosca le peculiarità del volontariato di protezione civile e garantisca un adeguato equilibrio tra responsabilità e tutela per gli amministratori locali e i volontari.

 

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