Trieste, al via i lavori per il Polo dell’Idrogeno Verde: investimento da oltre 20 milioni di euro
Trieste – È stata posata la prima pietra del nuovo Hydrogen Hub Trieste, il polo per la produzione di idrogeno verde che sorgerà nella zona industriale, nei pressi del termovalorizzatore. Si tratta di un investimento da oltre 20 milioni di euro, sostenuto in parte dai fondi PNRR e da Horizon EU, destinato a trasformare un’area dismessa in un centro d’avanguardia per la transizione energetica.
Alla cerimonia è intervenuto l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, che ha ricordato come la Regione abbia creduto sin dall’inizio nel progetto, definendolo una priorità strategica. “Le stringenti scadenze previste dai fondi PNRR – ha sottolineato – impongono anche alla Pubblica amministrazione di operare con rapidità. Il rispetto puntuale del cronoprogramma è il risultato di una virtuosa sinergia tra pubblico e privato”. Presenti anche il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e le autorità locali.
Il progetto prevede un impianto di elettrolisi da 5 MW, alimentato da un parco fotovoltaico da 4,8 MW, con una produzione stimata di circa 370 tonnellate annue di idrogeno verde entro il 2026. Particolarmente innovativa sarà la scelta di utilizzare l’acqua di raffreddamento del termovalorizzatore vicino, in un modello di simbiosi industriale che integra principi di economia circolare e rigenerazione urbana. L’idrogeno prodotto sarà destinato a diversi impieghi, dal trasporto pubblico locale con autobus a fuel-cell alla logistica portuale e ai trasporti industriali.
Il polo si inserisce nella Nord Adriatic Hydrogen Valley, una rete transfrontaliera che unisce Italia, Slovenia e Croazia con l’obiettivo di sviluppare un mercato regionale dell’idrogeno rinnovabile. Tra i partner figurano, oltre alla Regione e ad AcegasApsAmga, HestAmbiente, l’Università di Trieste, Trieste Trasporti, Adriafer, Coselag, l’Autorità di Sistema Portuale e il Comune di Trieste.
Guardando al futuro, l’assessore Bini ha annunciato un nuovo bando regionale che sarà pubblicato entro ottobre, con una dotazione di 15 milioni di euro per selezionare progetti bandiera dedicati alla produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse. “A fine 2024 – ha ricordato – sono state raccolte 13 manifestazioni di interesse da parte del sistema produttivo regionale, segno di una buona disponibilità a cogliere questa opportunità”.
L’opera è considerata una tappa fondamentale per la transizione energetica del Friuli Venezia Giulia e per il ruolo strategico dell’Alto Adriatico nello scenario europeo. Si inserisce inoltre nel più ampio impegno della Regione a favore della decarbonizzazione dei sistemi produttivi ed energetici, un obiettivo ribadito anche attraverso l’Agenda FVG Manifattura 2030, che punta a ridurre le emissioni e ad accrescere la quota di energia da fonti rinnovabili, accompagnando le imprese nella sfida dell’innovazione sostenibile.
Criticità e rischi
Accanto alle opportunità, al di là delle affermazioni trionfalistiche, il settore dell’idrogeno verde presenta tuttavia anche diverse incognite.
I costi di produzione restano ancora elevati rispetto all’idrogeno ottenuto da fonti fossili, sebbene la forbice sia destinata a ridursi con i progressi tecnologici e la maggiore diffusione delle rinnovabili. A livello europeo molti progetti annunciati hanno subito ritardi o non sono stati completati, e la capacità installata risulta inferiore alle previsioni iniziali.
Un altro nodo riguarda l’assenza di reti di distribuzione capillari e un quadro regolatorio ancora in evoluzione, che rallentano la diffusione del nuovo vettore energetico. Infine, la domanda rimane incerta: la crescita del mercato dipenderà dalla capacità di creare regole chiare, incentivi mirati e partnership solide tra pubblico e privato.