Trieste isolata dal resto d’Italia. Non riprendono i voli da e per Roma. Nessun treno “Freccia” diretto per la capitale

Trieste – L’isolamento di Trieste è ancora quello di trent’anni fa, anzi peggio. Manca l’unica “Freccia” diretta dalla città alla capitale (resta solo il vecchio Intercity, che ci mette le stesse otto ore e un quarto degli anni Novanta), e i voli Alitalia non sono stati ripristinati. E forse non lo saranno neppure dopo il 1° luglio.

Lo sconcerto per la situazione è trasversale. La senatrice Tatjana Rojc (Pd) in una nota ha affermato che “non pensare a collegamenti diretti con la Capitale significa tarpare le ali alla ripresa economica, agli imprenditori, a chi è costretto a vivere questo disagio che francamente ostacolerà il futuro di tutta la regione, le sue possibilità di sviluppo imprenditoriale, turistico, industriale. Senza tralasciare il fatto che il Friuli Venezia Giulia con il suo sistema di trasporto dovrebbe essere di riferimento con Roma anche per la Slovenia e l’Istria.”.

L’on Rojc ha trasmesso personalmente tali rimostranze al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, dopo l’annuncio dell’interruzione delle trattative tra Alitalia e Trieste Airport per il ripristino post lockdown dei voli su Roma.

“Confido che – aggiunge Rojc – si stia muovendo a livello istituzionale anche la Regione, al massimo livello. Il Pd regionale aveva allertato da settimane sulla necessità di un impegno della Regione per assicurare il volo su Roma. E e si ricordi che Trieste non ha più nemmeno un collegamento ferroviario decente dopo che sono state tolte le Frecce”.

“Questa limitazione dei voli – ha affermato Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale – poteva essere accettata finché connessa all’emergenza Coronavirus, ma ora che siamo nella fase 2 da diverse settimane, i voli soppressi andrebbero immediatamente ripristinati”.

“I collegamenti – ha evidenziato Giacomelli – sono quotidianamente impiegati da chi si deve spostare per motivi di lavoro. Dirigenti di azienda, imprenditori o liberi professionisti hanno la necessità di potersi recare a Roma frequentemente, anche in giornata, e non è possibile aggiungere un’altra criticità alla già difficile situazione economica. Immaginate una grande azienda come Generali o Fincantieri che si trova del tutto tagliata fuori dalle linee di traffico con le principali città italiane. Il rischio è quello di incorrere in una vera e propria fuga da Trieste. Finita l’emergenza è necessario ripartire. È inutile parlare di fase 2 e di ripresa economica se non si fa ripartire l’aeroporto regionale quanto prima e se non lo si rilancia superando qualsiasi ipotesi di declassificazione”.

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