Vendemmia 2025: annata di qualità e in crescita, in FVG +10% ma l’export è a rischio
FVG – Le stime vendemmiali presentate da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini indicano per il 2025 una campagna positiva sia sul piano qualitativo che quantitativo. La produzione nazionale è attesa a 47,4 milioni di ettolitri, con un aumento dell’8% rispetto al 2024 e un ritorno ai livelli medi del quinquennio, dopo due annate caratterizzate da rese particolarmente contenute.
L’Italia risulta al primo posto al mondo per produzione, davanti a Francia e Spagna. La qualità delle uve è giudicata molto buona, con prospettive di eccellenza in numerose aree, grazie anche a un andamento climatico che, pur altalenante, ha permesso di arrivare alla vendemmia con grappoli sani e maturi.
In Friuli Venezia Giulia la produzione dovrebbe crescere del 10% circa. L’andamento stagionale è stato irregolare, con un giugno caldo e siccitoso seguito da un luglio insolitamente fresco e piovoso, soprattutto in pianura. Ad agosto le temperature sono tornate a salire, accompagnate da piogge regolari che hanno sostenuto la maturazione.
La vendemmia in regione si è aperta con circa una settimana di anticipo rispetto alla media. Il Pinot grigio è stato raccolto a fine agosto, seguito dalla Glera destinata al Prosecco, con un calendario che potrebbe allungarsi a causa dell’instabilità del meteo. I grappoli mostrano un buon grado di maturazione, con lievi casi di botrite nelle aree più colpite dalla piovosità, ma complessivamente la salute dei vigneti è rimasta buona. Le rese risultano in linea con quelle degli ultimi anni.
Secondo il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, la qualità delle uve rappresenta un segnale incoraggiante in un contesto climatico complesso, dove l’esperienza degli enologi resta fondamentale per garantire stabilità e valorizzare la produzione. Anche il direttore generale di Ismea, Sergio Marchi, ha sottolineato la solidità della campagna, frutto di condizioni meteo favorevoli e di un quadro istituzionale che ha sostenuto il comparto con politiche mirate.
Sul fronte dei mercati, invece, permangono preoccupazioni. Il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha evidenziato come un raccolto abbondante, sommato alle scorte già in cantina, possa rendere difficile una giusta remunerazione per la filiera.
A livello europeo, Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins, ha ricordato che oltre al clima pesano le politiche commerciali, in particolare le tariffe statunitensi.
Per il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas, il vino italiano resta competitivo ma deve affrontare un mercato saturo e segnato dai dazi USA. L’agenzia intende rafforzare il sostegno alle imprese con nuove iniziative di promozione internazionale e strategie diversificate di export.