San Giusto d’oro 2017 alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin

Trieste – Il San Giusto d’oro 2017 va alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, la targa speciale del San Giusto d’oro al giornalista Luciano Ceschia.

Il premio – nato nel 1967, esattamente cinquant’anni fa – è organizzato dall’Assostampa Fvg con il Gruppo Giuliano Cronisti e con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione CrTrieste.

“Con il premio alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin – dice Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg  – i giornalisti triestini vogliono dare il giusto riconoscimento a un gruppo di donne e uomini che hanno saputo trasformare due tragedie, quelle di Mostar e di Mogadiscio nel 1994, in una preziosa iniziativa di solidarietà e speranza: da oltre vent’anni lavorano infatti a sostegno dei minori vittime di guerre e violenze. La fondazione ha inoltre promosso iniziative collaterali come il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta e Link – Festival del buon giornalismo, ideate e realizzate a Trieste proprio nel ricordo degli operatori dell’informazione uccisi nel 1994”.

“Con la targa a Ceschia – prosegue Muscatello – vogliamo invece festeggiare i sessant’anni di giornalismo e impegno sindacale di un collega che, pur avendo salito tutti i gradini della carriera professionale fino a diventare direttore di giornali, non ha mai dimenticato l’altra sua anima, quella appunto sindacale, che lo ha portato fra l’altro a essere per dieci anni segretario generale della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani. Un esempio per tutti i colleghi, in un momento di forte crisi dei corpi intermedi e di disaffezione delle giovani generazioni dal sindacato”.

Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin

I triestini Marco Luchetta, Alessandro “Sasa” Ota e Dario D’Angelo nel gennaio 1994 sono a Mostar per realizzare uno speciale per il Tg1 sui bambini vittime del conflitto che sta lacerando l’ex Jugoslavia. Sono la prima troupe di una tv occidentale a entrare nella zona est di Mostar, assediata da mesi.

Nel primo pomeriggio di venerdì 28 gennaio, mentre stanno girando alcune immagini all’esterno di un rifugio, un colpo di mortaio li centra in pieno e li uccide: testimone della scena un bimbo di quattro anni che li avevi seguiti. Si chiama Slatko e qualche mese più tardi raggiungerà Trieste assieme alla madre: sarà il primo ospite della Fondazione sorta all’indomani delle tragedie di Mostar e di Mogadiscio, dove il 20 marzo dello stesso anno cadrà un altro operatore dell’informazione triestino, Miran Hrovatin, assassinato con Ilaria Alpi nella capitale somala.

Colleghi, amici e parenti di Marco, Sasa, Dario e Miran hanno infatti deciso di ricordarli con una concreta iniziativa che possa dare un significato al loro estremo sacrificio. Trieste all’inizio degli anni Novanta è la porta d’ingresso occidentale nel conflitto che insanguina la ex Jugoslavia.

Grazie alla collaborazione con l’ospedale infantile Burlo Garofalo, nasce così un primo centro di accoglienza che ospita minori vittime del conflitto, bisognosi di quelle cure che nei paesi d’origine non sono possibili.

Grazie agli interventi della Regione Friuli Venezia Giulia e della Rai, nella primavera 1998 viene inaugurato il primo centro di via Valussi. Negli anni a venire, a questa casa accoglienza se ne aggiungeranno altre.

In oltre 20 anni di attività sono quasi un migliaio i minori ospitati e curati a Trieste, provenienti da quattro continenti e oltre una trentina di Paesi dove è impossibile fornire loro anche la più semplice delle cure, trovando invece sostegno e ospitalità a Trieste.

Nelle case di accoglienza della Fondazione convivono pacificamente persone di nazionalità e religioni diverse: un miracoloso microcosmo dove regna il sorriso e una sentita solidarietà in persone provenienti da etnie spesso in conflitto tra loro.

A dieci anni dalla nascita, la fondazione ha istituito e promosso nel 2004, in collaborazione con la Rai e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta: un riconoscimento riservato a giornalisti, tele cineoperatori e fotoreporter internazionali che documentano, dalle latitudini estreme del pianeta, realtà e contesti spesso invisibili dell’infanzia minacciata da guerre, scontri etnici, emarginazione, povertà e che esercitano la propria professione senza mai trascurare i valori di pace, fratellanza e solidarietà nel rispetto e nella tutela dei bambini. Un’iniziativa che culmina con le serate televisive  “I Nostri Angeli” e “I Nostri Angeli Reportage”, trasmesse da Raiuno.

Il premio ha acceso i riflettori sulle realtà più drammatiche, sollevato  il velo dell’indifferenza alle tragedie che si consumano nel mondo e  contribuito alla promozione della solidarietà tra i popoli, del rispetto delle diversità etniche e politiche e soprattutto della sensibilizzazione alla tutela delle prime vere vittime di ogni forma di violenza: i bambini.

Accanto alle due serate televisive, il premio Luchetta ha voluto offrire anche altri momenti di incontro con Link-Premio Luchetta incontra, il Festival del buon giornalismo che ogni anno richiama a Trieste autorevoli firme del mondo dell’informazione. Tre giorni di incontri e dibattiti con giornalisti, scrittori, grandi inviati, conduttori e personaggi televisivi e della cultura che si confrontano pubblicamente sui grandi temi del nostro tempo.

Luciano Ceschia

Nato a Trieste il 13 dicembre 1934. Giornalista professionista dal 1958, iniziando al “Piccolo” di Trieste. Ha lavorato nelle redazioni provinciali di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone del “Gazzettino” di Venezia dal 1958 al 1966. Dipendente Rai per 14 anni dal 1966: ha operato nella sede regionale del Friuli Venezia Giulia e, nel decennio ’70-‘80, a Roma (al giornale radio), con direttore Sergio Zavoli. Per tre anni direttore del “Piccolo” (dall’81) e per sei anni direttore dell’”Alto Adige” di Trento e Bolzano (dall’84).

Segretario negli anni ’60 del sindacato dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Segretario per due anni del Sindacato nazionale giornalisti Rai. Segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana nel decennio ’70-‘80. Attualmente consigliere nazionale di diritto della Fnsi e presidente onorario dell’Assostampa Fvg.

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