Vendemmia 2025: produttività in ripresa ma preoccupa il contesto economico e geopolitico

FVG – Dopo due annate tra le più magre della storia recente, la vendemmia 2025 in Friuli Venezia Giulia sembra riportare produzioni entro la norma regionale. Tuttavia, come evidenzia il presidente di Coldiretti Fvg, Martin Figelj, “la situazione non è uniforme sul territorio: al netto delle grandinate che hanno colpito alcune località del medio Friuli e della Bassa, vi sono varietà – Tocai friulano in particolare – che quest’anno presentano una resa significativamente ridotta, specie nelle aree collinari”.

Dal punto di vista qualitativo la differenza tra terreni drenanti e meno drenanti è evidente. In alcune zone si aspetta una vendemmia equilibrata e promettente, mentre in altre l’eccesso di pioggia a luglio ha accelerato la maturazione dei grappoli e aumentato il rischio di marciumi, soprattutto per le varietà precoci come Pinot e Chardonnay. Come conclude Figelj, “una vendemmia si valuta solo a vino finito”, e il mese che verrà sarà decisivo.

Vendemmia anticipata e dinamiche nazionali

A livello nazionale, la vendemmia 2025 si muove con le lancette spostate in avanti: in particolare al Sud e nelle isole si registra un vero e proprio boom produttivo, con incrementi stimati attorno al +20%. Il Nord e il Centro presentano invece cali o dinamiche più caute.

La qualità delle uve, comunque, rimane buona su tutto il territorio italiano, merito di un buono stato sanitario dei vigneti e di lavorazioni attente. Ma anche qui, sarà il meteo di agosto e settembre a definire i tratti finali dell’annata.

Consumi in calo e mercati in tensione

Le vendite di vino sul canale fuori casa segnano una flessione significativa nei primi mesi del 2025: -12 % per il vino in generale e -13 % per le bollicine, secondo il report di Federvini. Anche il canale off-trade —ossia la vendita al dettaglio — registra un rallentamento, con spumanti e DOC ancora resilienti ma il resto del mercato in sofferenza (dati Nomisma 2025).

Inoltre, il mercato statunitense — primo sbocco per il vino italiano — mostra una contrazione di oltre il 10 % nei primi cinque mesi del 2025, delineando un quadro commerciale molto critico. Il rischio di sovrapproduzione è dietro l’angolo: a fine maggio le giacenze di vino in Italia raggiungevano 46,6 milioni di ettolitri, praticamente l’equivalente di un’intera vendemmia media italiana.

Export italiano: bollicine al top

Nonostante i venti contrari, il vino italiano continua a crescere all’estero. L’export in valore segna un +6 %, trainato in particolare dagli spumanti (+9 %) e da un aumento dell’11 % del Prosecco, che rappresenta circa il 30 % dell’export complessivo del comparto, segnala Confagricoltura. Sul lungo periodo, l’Italia ha registrato la crescita maggiore dell’export tra i principali produttori: +60 % negli ultimi 10 anni, contro il +51 % della Francia e il +33 % della Nuova Zelanda.

Necessaria strategia condivisa

La situazione economica e commerciale – rimarcano le associazioni di categoria – richiede risposte coordinate. Il quadro è complesso: da una parte giacenze elevate, consumi in calo, tensioni sul mercato Usa accentuate da dazi, dall’altra una forte crescita nell’export spumantistico e un posizionamento del Prosecco ormai strategico sui mercati.

In tale contesto, la vendemmia 2025 in Friuli Venezia Giulia, se tutto andrà bene dal punto di vista del meteo, potrebbe portare buone notizie dal punto di vista produttivo, ma questo non basta a rassicurare il settore. Essenziali saranno pure le politiche di comunicazione e promozione, che dovranno puntare a esaltare la qualità e sostenibilità del vino del FVG e in particolare le denominazioni di eccellenza, ma anche sfruttare le nuove tendenze, primo fra tutti il consumo consapevole. Allo stesso tempo serve arginare l’incertezza sui mercati esteri e questo si può fare anche rafforzando la presenza in destinazioni alternative agli USA.

Il settore vitivinicolo del Friuli Venezia Giulia nel complesso sembra reggere il colpo climatico e produttivo del 2025, ma per capitalizzare al meglio la vendemmia servirà una strategia lucida, integrata e orientata al valore, che metta insieme territorio, produttori e sistema Paese.

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