Le «Voci» del Rossetti: Trieste, città del musical

Ha debuttato fra applausi ed entusiastici commenti l’atteso concerto “La fuga delle voci”, il primo della serie Stelle del musical del cartellone del Rossetti che gli appassionati del settore e non solo attendevano con trepidazione e che qui avevamo presentato… e a ragione!

Capitanati dall’ironia di Davide Calabrese, ecco presentarsi quattro interpreti, quattro caratteri, quattro ottimi performance del tutto made in Italy per quel genere di teatro musicale che ha trovato ormai da anni ampia accoglienza nel nostro paese, forse un tempo più avvezzo al genere delle commedie alla Garinei e Giovannini che ai ritmi rock di Broadway.

Così il Rossetti ancora una volta ha presentato con successo le voci del musical, anche grazie alla scelta intelligente di chi sa scovare veri successi fra i titoli delle decine di proposte che dagli States attraverso l’Europa germanofona, passando per Londra, ogni anno invadono i palcoscenici di mezzo mondo.

D’altronde Trieste e con essa tutta la nostra regione è stata per così dire “viziata” dalla generosità di eventi davvero importanti che negli anni hanno aperto il sipario dello Stabile del Friuli-Venezia Giulia calamitando migliaia di spettatori per proposte uniche di tournée, che altrimenti mai avrebbero fatto tappa in Italia. Da Cats a Rocky Horror Pictures Show, da Spamalot ad Oklaoma!, da Elisabeth a Mamma Mia!, sono solo alcuni dei grandi musical che hanno rivelato il volto di Trieste come città dei musical.

Non è vana nostalgia per un passato che il Covid sembra far percepire lontano e irraggiungibile: infatti i quattro protagonisti del concerto del 15 ottobre attorno al pianoforte di Fabio Valdemarin eclettico musicista e arrangiatore di origine triestina, hanno tinteggiato di emozioni la serata, rendendo nuovamente presente l’eco vibrante nella memoria degli spettatori entusiasti di altrettanti titoli e show.

Gianluca Sticotti riempie la scena, sa il suo mestiere. Chi lo ricorda giovane esordiente, riconosce nel timbro maturo della sua voce il professionista che da Trieste è volato alto, lunga una carriera di successi che non smette di dargli ancora soddisfazioni. Sia che dia volto all’ambiguo personaggio della Morte del musical viennese Elisabeth, sia che impersoni il depresso Evan Hansen di Pasek e Paul, la sua interpretazione è convincente, la sua carica trasborda e trascina.

Molto ricca di sfumature e di colori è apparsa la voce di Laura Panzeri introdotta al pubblico del Politeama con una drammatica e delicata «Don’t cry for me Argentina» dall’Evita di Lloyd Webber per concludere con una magnifica Helpless dal pluripremiato musical Hamilton di Miranda. Capace di precisione e dotata di notevole estensione vocale, la Panzeri ha decisamente entusiasmato la platea.

La statura minuta e i tratti dolci e mediterranei di Veronica Apeddu non hanno tratto in inganno gli spettatori che hanno saputo scorgere in lei i tratti di una cantante che esprime il meglio di sé fra le tessiture scure e una vocalità grintosa e potente. E se già è apparsa intrigante nella parte della fragile Sara interpretata innumerevoli volte nel musical tedesco Tanz der Vampir, vittima della fatale attrazione per il principe delle tenebre, è risultata assolutamente altrettanto irresistibile nella «They just keep moving the line», il brano assai noto grazie alla fortunata serie Smash.

Musicista a tutto tondo, Filippo Strocchi è voce suadente, dai toni caldi e appassionati, che tuona energico nella popolare partitura del Notre Dame di Cocciante, appare tragicamente emozionante in «Still» da Anastasia, si mostra agile e forte in «Wait for it» da Hamilton, il musical che nel 2016 ha vinto il Pulitzer per la drammaturgia e 11 Tony Awards. La partitura di Hamilton avvolge gli spettatori rapiti e li conduce verso la conclusione. Piace molto anche Strocchi, persuade, trasporta.

Le quattro voci hanno premiato il loro pubblico e il pubblico le ringrazia di cuore, visibilmente entusiasta.

Il Rossetti ha respirato ancora delle sonorità dei musical, ha vibrato di nuovo degli applausi del suo pubblico, ha aperto ancora le sue porte alla città, al presente, per dire che la musica e il teatro se non salveranno il mondo, certamente faranno di esso un posto migliore.

Foto di Simone di Luca

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