Scuola al via, tra tenerezza e algoritmi la rivincita degli insegnanti su burocrazia e IA

Trieste – Dai fatemelo dire e poi sparate a zero su uno dei mestieri più belli al mondo che però sta diventando un tritacarne di burocratese, per impastoiare qualsiasi cosa.

Anche perché in classe c’è una variabile fondamentale e insostituibile per creare un buon clima: la variabile umana, che siano bambini o insegnanti. Pardon, “docenti”. Insegnanti è troppo emotivo.

Paradossalmente, tutto questo burocratese vorrebbe farci credere che serva a tutelare l’azione umana – o meglio, quella che chiamano “variabile umana” (in realtà male interpretata) – a sostenerla, a promuoverla. Invece serve solo a controllarla, per coglierla in errore o prenderla in flagrante. Un’azione educativa davvero edificante per adulti fannulloni!

Ma non si insegna anche la collaborazione, l’uguaglianza, la non competitività, che si vale a prescindere dal voto?! Allora sei un anacronistico insegnante vecchio stile, che non sa usare l’IA abbastanza bene da fregare il sistema, e che osa ancora considerare la tenerezza e le parole come un’opportunità di relazione.

Per fortuna siamo ancora la maggioranza.
Anche se qualcuno rema scientemente contro per esasperare animi e buon senso.

Peccato che ci sia una cronica carenza di supplenti, di insegnanti di sostegno, di personale in generale. Però di PNRR e di sigle da Settimana Enigmistica ce ne sono in abbondanza, così da “rafforzare” la supposta “qualità” secondo i parametri europei, creando una competizione sfrenata tra istituti.

Povera scuola pubblica: eri tra le più quotate e qualificate d’Europa.
“Va be’ dai… in fondo avete due mesi di vacanza, cosa stressate l’umanità!”.

Quando possiamo facciamo anche didattica ludica e di altro genere.
Cerchiamo di sorridere sempre, di essere gentili, inclusivi, accoglienti, disponibili e di restare verosimilmente umani (e possibilmente sani).

 

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