L’impresa al centro della transizione: il futuro secondo Confindustria Friuli Venezia Giulia
Innovazione, sostenibilità e capitale umano come pilastri per affrontare la trasformazione economica in corso. Sono stati questi i temi al centro dell’Assemblea pubblica di Confindustria Friuli Venezia Giulia, ospitata al Generali Convention Center di Trieste e organizzata per la prima volta congiuntamente da Confindustria Alto Adriatico e Confindustria Udine.
L’evento ha visto giungere oltre 1800 partecipanti, tra imprenditori, rappresentanti istituzionali e del mondo accademico, in un dibattito che ha unito la realtà industriale alle visioni filosofiche sul futuro.
L’intervento di Bernard-Henri Lévy
Ad aprire i lavori è stato il filosofo francese Bernard-Henri Lévy, che ha svolto un intervento dal titolo “Il suono di un’altra Europa”, seguito con grande attenzione dai partecipanti. Lévy ha delineato un quadro globale complesso, parlando dei «quattro fronti» che minacciano l’Europa: dalla Russia di Putin, alla Cina e altri Paesi emergenti con ambizioni geopolitiche, fino agli Stati Uniti, che, pur storicamente alleati, oggi si orientano verso la propria Silicon Valley, e infine alle forze populiste interne, come Orbán e l’AfD in Germania.
Secondo Lévy, anche l’euro rischia di scomparire se non sarà sostenuto da un vero potere politico europeo. La buona notizia, ha detto, è che «i cittadini possono evitare il collasso». Serve un’Europa con volto e autorità, capace di gestire flussi finanziari, salute, immigrazione e sicurezza, difendendo i pilastri culturali del continente. «Se l’Europa ha inventato il fascismo, ha anche inventato l’antifascismo», ha concluso, ricordando i valori dei combattenti per la democrazia in Ucraina, Siria e Somalia.
I presidenti Confindustria lanciano un appello
Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, ha rilanciato l’idea di una Europa produttiva, richiamando il ruolo avuto nel passato dalla CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio, 1951). Rifacendosi a quell’esperienza, l’Unione europea dovrebbe promuovere filiere strategiche in settori chiave – energia, acciaio, microchip, elettronica e software – per garantirsi autonomia industriale e sovranità tecnologica.
Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine, ha sottolineato la progressiva marginalizzazione dell’impresa nel dibattito pubblico: negli ultimi quarant’anni il peso dell’industria sul PIL italiano è passato dal 25% a meno del 18%, mentre la produzione globale si è semplicemente spostata altrove. Ha chiesto un nuovo patto di corresponsabilità, investimenti in competenze e ricerca, energia accessibile e infrastrutture adeguate, denunciando le scadenze impossibili del Green Deal e invocando un Industrial Deal sostenibile.
Il presidente di Confindustria FVG, Pierluigi Zamò, ha evidenziato la coesione dell’assemblea attorno ai valori europei fondamentali – liberté, égalité, fraternité – e la responsabilità diretta degli imprenditori: «Se l’Europa non funziona è anche colpa nostra». Ha inoltre richiamato l’attenzione sul nodo dell’acciaio, considerato una criticità che penalizza l’intero settore industriale italiano.
Il presidente nazionale Emanuele Orsini ha ribadito la necessità di una visione industriale europea e nazionale di medio periodo, per garantire stabilità e competitività in un contesto globale caratterizzato da squilibri valutari, dazi e politiche divergenti. Ha sottolineato l’importanza strategica del mercato statunitense, l’urgenza di strumenti comuni come gli Eurobond, la necessità di accordi commerciali più rapidi e stabili, e ha evidenziato come il sistema delle ZES – Zone economiche speciali – abbia già generato investimenti e posti di lavoro.
La tavola rotonda “Grandi in Europa”
Nella tavola rotonda “Grandi in Europa”, hanno preso la parola Pierroberto Folgiero (Fincantieri), Camilla Benedetti (ABS Acciaierie Bertoli Safau) e Alberto Zanata (Electrolux Professional Group). Folgiero ha evidenziato il ruolo della cantieristica navale come elemento trainante della nuova reindustrializzazione europea, sottolineando come l’innovazione tecnologica sia al centro della competitività. Benedetti ha illustrato la trasformazione della siderurgia europea, fondata su acciai ad alte prestazioni e riduzione delle emissioni, mentre Zanata ha ricordato le difficoltà legate alla mobilità industriale intraeuropea e la necessità di superare barriere operative e normative.
Testimonianze dei giovani
Infine, le testimonianze di Jennifer Tissino e Alessandra Olivo, ex studentesse degli ITS regionali, e di Emmanuel Tetteh, lavoratore ghanese giunto in Italia grazie a un progetto di formazione promosso da Confindustria Alto Adriatico e Umana Spa, hanno mostrato come opportunità, competenze e inclusione possano tradursi in esperienze concrete di crescita personale e professionale.

