Torna la Festa della Pitina. Due giorni di gusto e tradizione a Tramonti di Sopra
Tramonti di Sopra (Pn) -A Tramonti di Sopra torna, sabato 8 e domenica 9 novembre, la Festa della Pitina, l’evento dedicato alla celebre polpetta di carne affumicata e speziata diventata prodotto IGP e primo presidio Slow Food del Friuli Venezia Giulia. Una tradizione che affonda le radici nella cucina contadina della Val Tramontina, dove un tempo si conservava la carne di ovino, caprino o selvaggina nei mesi più freddi.
La pitina
Si ritiene che la pitina abbia avuto origine proprio a Tramonti di Sopra, nel borgo di Frassaneit, per poi diffondersi nell’alta Val Meduna. È una gustosa polpetta oggi preparata con carne di pecora o capra – un tempo solo di camoscio – che racconta la vita e l’ingegno delle genti di montagna. Le battute di caccia offrivano abbondanza di carne, ma serviva un modo per conservarla: nacque così l’idea di tritarla con erbe aromatiche e spezie, formare delle polpette, infarinarle con farina di polenta e affumicarle sotto la cappa del focolare con legno di ginepro, che conferisce alla pitina il suo aroma inconfondibile.
Un tempo conservata nel camerin, uno stanzino ventilato per gli alimenti, la pitina è rimasta fedele alla sua ricetta originaria, tramandata di generazione in generazione: si gusta cruda a fette, cotta alla brace o nel brodo di polenta.
A Frassaneit la preparazione avveniva di nascosto, per evitare le visite del dazêr, il daziere che imponeva una tassa su merci e animali. Con l’abbandono del borgo negli anni Cinquanta, la tradizione rischiò di scomparire, ma nel 1969 la Pro Loco di Tramonti di Sopra la rilanciò con una festa dedicata, riportandola sulle tavole friulane.
Nel 1989 il macellaio Mattia Trivelli depositò alla Camera di Commercio di Pordenone la domanda di registrazione del marchio “Pitina”, contribuendo a far conoscere il prodotto anche fuori regione. Dal 2018 la Pitina è iscritta nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) con il numero IT/PGI/0005/2332.
L’evento
Per due giorni il borgo si trasformerà nel Mercato della Terra, una grande mostra-mercato coperta che ospiterà decine di produttori provenienti dal Friuli Venezia Giulia, da altre regioni italiane e anche dall’estero. Protagoniste, naturalmente, la pitina e le altre eccellenze dei presìdi Slow Food.
Nella grande cucina della festa, coperta e riscaldata, i cuochi dell’Alleanza di Slow Food proporranno piatti a base di pitina e altre specialità locali, accompagnate dai vini selezionati dell’Enoteca della Festa.
Il programma offre anche laboratori e attività per tutte le età. Sabato mattina si potrà imparare “Come fare la pitina” nel borgo Titol, mentre nel pomeriggio i più piccoli saranno protagonisti della Merendina con Adelina, un laboratorio creativo in biblioteca per decorare la propria pecorella e scoprire il piacere del fare insieme.
Domenica si apre con il laboratorio “Un impasto, mille delizie”, guidato da Francesco di Fermento Bakery Sacile, dedicato al pane e ai lievitati. Seguirà una tavola rotonda sul valore delle tradizioni gastronomiche e sul ruolo di Slow Food nella tutela del saper fare locale come patrimonio storico e culturale. In programma anche il laboratorio “La Pasta del Friuli”, un viaggio tra storie e ricette con la preparazione dei blecs secondo l’antica ricetta di Giovanni Cossetti.
Durante la due giorni sarà inoltre possibile visitare le aziende agricole Fratelli Gambon e Borgo Titol, entrambe produttrici di Pitina IGP, per scoprire da vicino come nasce questo prodotto simbolo della montagna friulana.
Il programma completo, con tutte le informazioni e i link per le prenotazioni — alcune attività sono gratuite, altre a pagamento — è disponibile sul sito www.festadellapitina.com

