20 mila firme in Consiglio regionale per il ritorno della chirurgia senologica a Tolmezzo

Circa 20 mila firme per chiedere il ripristino della chirurgia mammaria a Tolmezzo. Le hanno consegnate questa mattina in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia le rappresentanti di ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) di Tolmezzo e dell’Associazione Oncologica Alto Friuli, promotrici di una petizione indetta dopo il trasferimento degli interventi di senologia chirurgica dall’ospedale carnico a quello di San Daniele del Friuli, avvenuto nell’ottobre 2024.

Nel colloquio con il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, le rappresentanti delle associazioni hanno spiegato che lo spostamento delle operazioni non è dipeso da motivi clinici, ma da un nodo amministrativo legato alle modalità di registrazione degli interventi.

L’attuale sistema non consente infatti all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) di conteggiare in modo aggregato le procedure eseguite dalla medesima équipe nelle due sedi. Un limite che, secondo ANDOS e Associazione Oncologica Alto Friuli, potrebbe essere superato riconoscendo una Breast Unit “multi-sede”, così come previsto dai protocolli internazionali, includendo nuovamente l’ospedale di Tolmezzo.

Le rappresentanti hanno ricordato che fino al 2024 la stessa équipe chirurgica operava regolarmente nei due presidi di Tolmezzo e San Daniele, garantendo qualità e protocolli uniformi secondo il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) aziendale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (ASUFC). Gli interventi svolti a Tolmezzo, è stato sottolineato, hanno sempre rispettato gli standard richiesti.

Ringraziando il presidente Bordin e i consiglieri regionali presenti, le associazioni hanno auspicato un impegno bipartisan della Regione affinché la montagna continui a vedere garantiti servizi sanitari adeguati, non solo per quanto riguarda la chirurgia senologica ma anche l’intera sanità territoriale. La richiesta è che la Regione apra un confronto con il Governo per trovare una soluzione nell’ambito delle regole nazionali.

“Siamo grate alle tante persone che durante l’estate e l’autunno si sono impegnate nella raccolta firme – hanno affermato le promotrici –. Centinaia di volontari hanno dato un contributo spontaneo, e sentiamo la responsabilità di rappresentare quasi 20 mila cittadini che chiedono attenzione e risposte per la sanità del territorio”.

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