Nella Patria del Friuli – Il leggendario Fiore di Battaglia e l’arte del combattimento (IL VIDEO)

DI PIERGIORGIO GRIZZO – In tutte le migliori accademie di arti marziali del mondo si studiano i trattati di un maestro d’armi friulano di 600 anni fa, Fiore dei Liberi da Premariacco.
I principi della sua scuola sono raccolti nel leggendario Flos Duellatorum o Fiore di Battaglia, un manoscritto sull’arte del combattimento, risalente ai primi anni del XV secolo e giunto a noi in 3 differenti versioni.
Dopo una vita di duelli e battaglie, il vecchio maestro lo scrisse, o forse lo dettò a qualche erudito amanuense, quando si trovava a Ferrara, alla corte del duca Nicolò III d’Este.
Disegni e glosse, contenuti in fogli di pergamena, che sono 36 o 48 a seconda delle versioni, spiegano il combattimento in armis, sine armis, equester, pedester. Un vero e proprio manuale di arte militare dove si insegnano i segreti del combattimento con varie armi o a mani nude, le tecniche di attacco, difesa e disarmo. Un sapere che è stato perpetuato per secoli e che è ancora alla base delle discipline marziali moderne come il krav maga israeliano o il sambo russo.
La pagina più famosa è il diagramma delle 7 spade, nel quale tra l’altro sono indicate le quattro virtù del perfetto schermitore, che sono fortezza, audacia, occhio e velocità, rappresentate dall’elefante, dal leone, dalla lince e dalla tigre.
Della vita di questo misterioso e affascinante personaggio si conosce poco. Secondo le scarne note biografiche del Flos, sarebbe nato attorno al 1350 a Premariacco, gastaldia di Cividale, nelle terre del Patriarcato di Aquileia.
Appartiene ai Liberi, una famiglia aristocratica che risponde direttamente al Sacro Romano Imperatore.
Da giovane gira l’Italia e le Germanie per incontrare i migliori maestri e carpirne i segreti. Da maestro per insegnare ai rampolli delle famiglie patrizie l’arte della scherma a piedi e a cavallo. Nel mezzo partecipa a numerose guerre e vive di ciò che gravita attorno al mestiere delle armi. Nel 1383 è sul campo a combattere tra le fila delle milizie comunali udinesi contro le truppe del pontefice. E’ poi occupato in qualità di esaminatore e conservatore delle balestre e degli altri ordigni atti a saettare, esistenti nella camera dei Comuni. Oltre alle battaglie campali, quando il suo nome inizia a diffondersi, deve misurarsi in numerosi duelli contro altri maestri di scherma che per invidia della sua fama lo sfidano.
A Cividale e dintorni i magistri d’arme sono tanti ed illustri. Il Friuli è una terra di confine, soggetta ad invasioni, perennemente in guerra, indurita dalla storia, che qui è sempre passata come un’alluvione e che ha fatto crescere nella sua gente una scorza dura e un animo guardingo, il carattere ferrigno di chi è abituato a vivere in allerta.

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