44 anni fa il terremoto che distrusse il Friuli. Commemorazioni a Gemona e in Consiglio regionale

Udine – 44 anni fa, alle nove di sera del 6 maggio 1976 una scossa di terremoto di magnitudo 6.5 fece tremare un’area del Friuli pari a 5.500 chilometri quadrati, provocando ingenti danni e crolli. Circa mille i morti, 3 mila i feriti.

L’anniversario è stato celebrato a Gemona del Friuli con una cerimonia in forma ristretta, con la deposizione di corone, una messa a porte chiuse e 400 rintocchi di campana.

Anche i lavori dell’Assemblea legislativa regionale, riunita per il secondo giorno consecutivo nell’Auditorium della Regione a Udine, intitolato all’ex presidente della Regione, Antonio Comelli, si sono aperti con una riflessione del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin sul 44° anniversario del sisma.

“Comelli, colui che fu il principale protagonista della ricostruzione del Friuli dopo che, fino a quel momento, il nostro territorio era considerato realtà marginale nel contesto economico e produttivo italiano – ha esordito Zanin – e con lui gli esponenti regionali di allora, i sindaci, i tecnici e i funzionari pubblici hanno scritto le pagine più belle di una ricostruzione che ancora oggi viene additata nel mondo come un modello riuscito in termini di rapidità e concretezza di risultati”.

Per il presidente, quindi, “la seduta odierna rappresenta per noi tutti un doveroso riconoscimento ai protagonisti dell’emergenza post-sisma e della rinascita del Friuli Venezia Giulia che ha assicurato occupazione e sviluppo con la ripartenza del tessuto industriale, del vasto patrimonio edilizio, culturale ed ecclesiastico, sostenendo le piccole e medie imprese e gli investimenti nelle grandi infrastrutture strategiche che hanno proiettato la regione al centro della nuova Europa”.

“La nostra specialità ha assicurato spazi di manovra che sono valsi un riconoscimento unanime per la concretezza e l’efficacia delle azioni messe in campo” ha evidenziato Zanin, ribadendo che “l’esperienza del Friuli ha insegnato che per affrontare una catastrofe di grandi dimensioni non si possono utilizzare soltanto strumenti ordinari ma anche procedure speciali. La prima legge statale organica della ricostruzione, prevedeva infatti la possibilità per la regione di operare in deroga alle norme vigenti, fermo restando il rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico”.

“Gli atti preordinati agli interventi sul territorio attraverso i sindaci-funzionari delegati – ha sottolineato il presidente dell’Assemblea – furono così sottratti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti e la gestione economico-amministrativa della ricostruzione, attraverso la segreteria generale straordinaria, venne separata dalla contabilità della regione”.

“Il corpus legislativo del Friuli Venezia Giulia, prodotto nel corso di quattro legislature, costituisce ancora oggi – ha aggiunto Zanin – un riferimento di studio e di esperienza per altre realtà colpite da calamità naturali. Le stesse forze politiche, pur non rinunciando alla loro identità, hanno saputo ricercare e costruire in poco più di un quindicennio, attraverso i rappresentanti in Parlamento e in Regione, convergenze in nome del comune obiettivo di operare per la rinascita delle comunità terremotate”.

“L’emergenza che stiamo affrontando – ha concluso il presidente del Consiglio regionale prima di invitare l’Aula a osservare un minuto di silenzio – impegna e impegnerà ancora a lungo questa Assemblea, i sindaci, le strutture sanitarie e gli uffici regionali. Dobbiamo affrontarla nei prossimi mesi con la determinazione e la forza di volontà che hanno animato i colleghi delle legislature di allora, sapendo di dover contrastare le criticità derivanti da una crisi economica e sociale che presenta contorni di inaudita gravità, nella consapevolezza di dover sconfiggere l’incertezza e la paura nel futuro che tocca larga parte della popolazione”.

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