Al Teatro Stabile Sloveno di Trieste “Scandalo nella Valle di San Floriano” di Ivan Cankar

Trieste – Il 2018 sarà il centenario della morte del grande drammaturgo e letterato sloveno Ivan Cankar, non poteva quindi che inaugurarsi in suo onore la stagione al Teatro Stabile Sloveno di Trieste.

La città è fortemente legata all’autore, sia perché da essa proveniva quel sarto sloveno che fu suo padre, sia perché in essa Cankar riconobbe con lucidità i segni definitivi della profonda crisi sociale e politica in cui gli sloveni ai primi del Novecento erano immersi.

E proprio in «Scandalo nella Valle di San Floriano», uno dei suoi testi teatrali più noti scritto nel 1907, appare chiara la denuncia a quella classe borghese e benpensante slovena di burocrati filoasburgici, indifferente alla sofferenza della maggioranza della popolazione rurale slovena a causa della grave situazione politica ed economica in cui quest’ultima versava da tempo.

Moderna, disincantata lettura del perbenismo borghese quella che Cankar dipinge dentro la cornice di un ironico pretesto: l’arrivo del giovane Peter e della sua compagna Jacinta nella valle che sconvolge con la crudezza di verità gridate e verità taciute la quiete della gente del posto.

Non è proprio così politicamente esposto il tema però, secondo la tavolozza del regista polacco Janusz Kica, che sfuma i colori della satira storico-sociale in una riflessione più ampia, nella quale il protagonista Peter è l’artista dal quale è bene guardarsi, perché pericoloso riflesso trasparente dei vizi nascosti dagli altri.

Un’ottica più universalista quindi, per lo spettacolo di produzione del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor, che gioca la carta dell’attualizzazione scoprendo che al di là della storia del popolo sloveno magistralmente raccontato dalla penna di Cankar, ogni comunità rischia di ripiegarsi sui propri egoismi quando nega all’arte e alla cultura il compito di denunciarne le piccolezze e i soprusi.

Così la piazza del paese è in scena lo spazio di un grande bagno di un ufficio o di un qualche centro commerciale. Là si incrociano vite e destini molto diversi; personaggi che ironicamente credono di poter nascondere dietro la porta del wc i propri vizi, come ragazzini ingenui che si nascondono in bagno per fumare una sigaretta proibita quasi che l’odore del fumo scompaia con l’azionarsi di uno sciacquone.

Peter non è quello che dice di essere, eppure la menzogna costruita per proprio interesse è custodita da tutti gli altri come incontestabile verità pur di non perdere ciascuno il proprio beneficio, anche se pagato a caro prezzo. In questo mondo di falsa felicità che gli abitanti della valle vogliono farisaicamente proteggere con tutti i mezzi, la verità, quella reale, è rifiutata perché mette in pericolo i singoli interessi di ciascuno.

Nel cast dei bravi, frizzanti attori della compagnia stabile di Maribor spicca senz’altro Benjamin Krnetić, interprete di un arrogante Peter, capace di convincere il pubblico di quanto «l’inferno possa divenire noioso come il paradiso» se venissero meno i suoi loschi intrighi che mettono in luce le azioni compiute con vile ipocrisia dagli abitanti della valle.

Il teatro è tutto esaurito alla prima di una stagione che si preannuncia densa di interessanti appuntamenti. Come di consueto, tutti gli spettacoli del cartellone del TSS di Trieste sono in lingua slovena con i sopratitoli in italiano, il cartellone è consultabile sul sito del teatro www.teaterssg.com

                                                                                                                              Marzio Serbo

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