Al via il Festival di Trieste con la musica di Jordi Savall

Jordi Savall ha raccontato di sé durante la presentazione al pubblico del concerto con cui ha inaugurato il neonato “Festival di Trieste – Il Faro della musica”.

Un italiano fluente, modi gentili quanto la grazia del tocco con cui riesce a far risuonare le note dai rari strumenti antichi con cui si presenta.

Basti questo: una viola da gamba basso dall’insolita testa leonina, poiché fabbricata a Venezia nel 1553 dal liutaio Valentino Zanetti e una viola soprano inglese del 1695 sono gli strumenti con cui l’artista si è esibito. Gravi e altissimi toni che hanno riempito la sala del Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste facendo esplodere l’entusiasmo del numeroso pubblico accorso da tutta la regione e anche da oltre confine.

Il musicista, accompagnato da Andrew Lawrence-King all’arpa barocca spagnola e David Mayoral alle percussioni, ha proposto un programma vario ed interessante dal titolo “Folías & Canarios”, opere dall’Antico al Nuovo Mondo. La musica ha attraversato tre secoli dal Cinquecento di Diego Ortiz, passando per Tobias Hume con la prima raccolta esistente di pezzi per viola da gamba, fino all’inizio del Settecento con Santiago de Murcia.

Danze, follie, melodie celebri provenienti dai due continenti che in comune hanno due elementi fondamentali, a detta di Savall, nella musica di quell’epoca: improvvisazione e variazione.

L’artista, noto per aver scoperto e ridato voce a partiture sepolte negli archivi musicali di Spagna, Francia, Inghilterra, con la sua vasta produzione discografica e la sua attività concertistica straordinaria, è riuscito ad appassionare alla musica medievale, rinascimentale e barocca un pubblico inedito che come i fans di un gruppo rock, seguono dal vivo e in rete le sue performance.

Per chi ha avuto in questa occasione l’opportunità di sentirlo dal vivo per la prima volta, dopo anni di fedeltà, è stata certamente un’emozione indescrivibile.

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