Alle ore 21:00:12 di 42 anni fa il sisma che devastò un terzo del Friuli Venezia Giulia

Udine – Alle 21:00:12 del 6 maggio 1976 ebbe inizio in Friuli uno dei terremoti più forti e devastanti della seconda metà del Novecento in Italia.

L’evento principale avvenne alle ore 21 locali del 6 maggio e raggiunse un valore di magnitudo pari a 6.5, fra i più alti mai registrati nell’Italia settentrionale; l’intensità fu pari al IX-X grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg.

La sequenza sismica durò oltre 12 mesi. Le scosse più forti si verificarono a oltre 4 mesi dall’inizio della sequenza, l’11 e il 15 settembre 1976, con intensità analoghe a quella della scossa del 6 maggio. Ci furono nuovi gravi danni, ulteriori distruzioni e vittime. Un’altra forte scossa avvenne un anno più tardi, il 16 settembre 1977.

La scossa del 6 maggio interessò circa 120 comuni delle province di Udine e di Pordenone, per una popolazione complessiva di circa 500.000 persone. Gli effetti più distruttivi si ebbero nella zona a Nord di Udine lungo la media valle del Tagliamento, dove interi paesi e cittadine subirono estese distruzioni.

Solo per citarne alcuni: Gemona del Friuli, Forgaria nel Friuli, Osoppo, Venzone, Trasaghis, Artegna, Buia, Magnano in Riviera, Majano, Moggio Udinese… un terzo della regione Friuli Venezia Giulia fu devastato. Complessivamente furono distrutte circa 17.000 case, morirono quasi mille persone e circa 3.000 rimasero ferite. Quasi 200.000 persone persero la casa.

Subito cominciò la solidarietà con centinaia di giovani, che dal Friuli Venezia Giulia e da altre regioni raggiunsero i luoghi colpiti dal sisma. Le squadre erano coordinate dai sindaci, dai Vigili del fuoco e dagli alpini della Julia.

Furono salvate vite umane grazie al lavoro – spesso a mani nude – di tantissimi volontari. Il giorno dopo lo Stato arrivò con Giuseppe Zamberletti, subito nominato commissario straordinario dal presidente del Consiglio Aldo Moro.

Coordinamento dei soccorsi, ricostruzione e reti di Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, creati e sviluppati a partire da quella tragica evenienza, sono indicati a modello non solo in Italia.

«Il Friuli ringrazia e non dimentica»: questo il motto che da 42 anni accompagna il ricordo del sisma.

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