Anno nero per l’agricoltura, a luglio 8 eventi estremi nella nostra regione e 42 in tutta Italia

Udine – Il record storico per il caldo fatto segnare a luglio è stato accompagnato in Italia da una media di 42 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento, praticamente raddoppiati (+83%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Lo ha calcolato Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento ai dati del Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea, secondo cui il mese di luglio è stato il più bollente mai registrato sulla Terra, ben 0,33 gradi in più rispetto al mese che finora deteneva il primato (il luglio del 2019).

I danni degli 8 eventi estremi di maltempo in FVG

I danni complessivi causati dagli 8 eventi meteo estremi di luglio in Friuli Venezia Giulia ammontano a varie centinaia di milioni di euro. La stima – ancora parziale – riguarda sia i tetti distrutti dalla grandine in un’ampia area del Friuli centrale, sia la devastazione delle colture regionali.

Nell’ambito dei soli danni alle coltivazioni, Coldiretti Udine stima una perdita di almeno 400 milioni di euro, tra raccolti devastati e strutture gravemente danneggiate. Secondo quanto segnalato dagli operatori, in alcune zone è andato distrutto oltre il 70 per cento del prodotto.

È ancora da ultimare la perizia relativa agli immobili che hanno subito danneggiamenti a causa della grandinata da record: nella sola Mortegliano (epicentro del fenomeno) sono state protocollate in municipio istanze di ristoro per 125 milioni di euro, cui si aggiungono quasi 24 milioni necessari al ripristino delle strutture pubbliche. Cifra che si moltiplicherà quando saranno completati i censimenti negli altri comuni colpiti.

Anno nero per l’agricoltura italiana

Per Coldiretti siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.

Il 2023 – continua la Coldiretti – è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio che ha inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.

Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna.

A causa dei cambiamenti climatici quest’anno si registra, infatti, un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro.

Ma in difficoltà sono anche le altre produzioni ortofrutticole bruciate dal caldo torrido con ustioni che provocano perdite, dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane.

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