Cannonau, anima sarda: successo per la degustazione curata dagli assaggiatori

Pordenone – Venerdì 19 gennaio, presso la sede Onav  (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) della Delegazione di Pordenone, attraverso una carrellata di otto differenti espressioni di Cannonau i numerosi partecipanti alla serata hanno potuto compiere un vero e proprio viaggio nelle terre d’elezione ove questo vitigno viene allevato.

Un vitigno che, giustamente, viene indicato come “anima sarda” per la sua ampia diffusione sull’intera superficie dell’Isola, grazie alla straordinaria capacità di adattarsi alle differenti composizioni del suolo.

L’Isola può, a ragione, essere considerata un vero e proprio continente con terreni che presentano natura argillosa, morenica, granitica, vulcanica, sabbiosa ecc.

Oltre a questa variabilità territoriale vi sono anche diversità climatiche piuttosto marcate che influenzano variamente i vitigni a seconda della loro vicinanza o meno al mare o alla dislocazione in zone pianeggianti piuttosto che di alta collina ove possono essere raggiunti anche i 700 metri di altitudine.

Il percorso di degustazione prevedeva Otto campioni provenienti dalle zone considerate la culla del Cannonau di Sardegna: la provincia dell’Ogliastra del versante Est, la Barbagia nuorese nel centro isola e la Romangia in provincia di Sassari.

Con i vini dell’Azienda di Giuseppe Sedilesu di Mamoiada-NU è stato possibile approfondire lo studio dello sviluppo del vitigno nella realtà barbaricina. La degustazione delle versioni rosato, classico e riserva ha consentito di cogliere le diverse espressioni di questo vino, capace di esprimersi al meglio anche nelle versioni invecchiate.

Il Cannonau di Mamoiada ha grandissima personalità; i vitigni si sviluppano tra i 500 e gli 800 metri slm. e nel vino si ritrovano i caratteri peculiari dell’altitudine: immediato, brioso ma di corpo pieno nelle versioni più giovani; austero, complesso, dalla struttura importante e con ampissimi sentori di evoluzione nelle importanti selezioni e riserve.

La bottiglia del Tenores Dettori, è fedele allo stretto significato del termine “terroir”: degustare questo vino significa degustare il territorio di Sennori. Ci troviamo nel Logudoro, luogo dorato in lingua sarda, luogo fertile e ricco anche dal punto di vista storico.

Probabilmente il luogo più antico in cui si coltiva la vite in Sardegna: dai ritrovamenti archeologici oggi sappiamo che in queste terre l’uomo ha a che fare con il vino da oltre 3000 anni. Il Cannonau Dettori si esprime per quello che è, per come la Natura è riuscita a trasformare il mosto in vino, con un ruolo dell’uomo limitato albuon senso agronomico.

Avvicinandosi alla costa, con la Cantina Sociale dei produttori di Jerzu, è stato possibile degustare una riserva di una realtà cooperativistica di alto livello, una cooperativa che attraverso la ricerca e la sperimentazione contribuisce continuamente al miglioramento di quest’uva straordinaria che è il Cannonau, riuscendo a gestire al meglio vigneti che si estendono dai 50 ai 600 metri di altitudine circa, valorizzandone le particolarità e diversità.

La degustazione si è conclusa con la versione liquorosa dell’Anghelu Ruju dell’Azienda Sella&Mosca.

Si tratta di una versione liquorosa del Cannonau, vino che non teme abbinamenti importanti quali quelli con il cioccolato o i migliori formaggi blu; ma ben si colloca anche nella categoria dei vini da meditazione.

La serata è stata organizzata in collaborazione con vinoevo.com.

Presto nuove serate di degustazione e approfondimento saranno inseri te nel programma della Sezione per il 2018 e potranno essere prenotate direttamente sul sito dell’ONAV delegazione di Pordenone.

(A cura di Antonio Lodedo, sommelier)

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