Caso Regeni, agenti dei servizi segreti egiziani nel registro degli indagati della Procura di Roma

Roma – La Procura di Roma ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa e sulla morte di Giulio Regeni. Si tratta di ufficiali appartenenti al dipartimento Sicurezza nazionale (servizi segreti civili) e all’ufficio dell’investigazione giudiziaria del Cairo (polizia investigativa). Nei loro confronti il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco contestano il reato di concorso in sequestro di persona.

Tra questi ci sarebbero il maggiore Magdi Ibrqaim Abdlaal Sharif, il capitano Osan Helmy e altre cinque persone.

La decisione della Procura è stata presa in seguito all’incontro tra inquirenti italiani ed egiziani avvenuto il 28 novembre al Cairo alla presenza del procuratore generale della Repubblica Araba d’Egitto Nabeel Sadek e del pm Sergio Colaiocco.

Sebbene le due procure abbiano sempre ribadito la volontà di collaborare per arrivare all’individuazione dei responsabili dell’omicidio, lo stallo dura da troppi mesi e così la giustizia italiana ha deciso di imprimere un’accelerazione.

Anche la politica fa le sue mosse: “Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano, fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Lo ha annunciato il presidente della Camera, Roberto Fico, al Tg1.

“Sul caso Regeni credo che il governo, con tutti i suoi esponenti e il Parlamento – ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini –  con tutti i suoi esponenti di maggioranza e opposizione, stiano facendo il massimo. Poi purtroppo governiamo in Italia e non in Egitto”.

“La ricerca della verità sulla barbara uccisione di Giulio Regeni resta prioritaria nel quadro dei rapporti dell’Italia con l’Egitto, nella consapevolezza della forte richiesta di giustizia che proviene da familiari, istituzioni e italiani”. Lo afferma il ministro degli Esteri Enzo Moavero.

La Farnesina, riferisce una nota, farà i passi necessari per richiamare le Autorità egiziane a rinnovare con determinazione l’impegno, più volte espresso, anche al massimo livello, di raggiungere risultati concreti e significativi.

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