Cina vicina: Friuli Venezia Giulia nodo strategico per la nuova Via della Seta

Trieste – Il Friuli Venezia Giulia è un avamposto strategico per la Via della Seta e per le relazioni economiche tra l’Europa e la Cina e l’Italia e il grande Paese asiatico.

È questo il tema chiave del “Belt e and Road Forum” che si è svolto nel Palazzo della Regione di Trieste lunedì 26 marzo.

L’evento è organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con il Council for the promotion of international trade (Ccpit) e la China chamber of international commerce (Ccoic), i due enti governativi cinesi per la promozione del commercio e degli scambi internazionali, insieme alla Fondazione Italia Cina e alla Camera di commercio italo cinese, con il supporto dell’InCe (Iniziativa centro europea), dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale e dell’Unido.

Il Forum fa parte del processo di progressiva intensificazione delle relazioni italo-cinesi, che ha avuto un punto saliente nel progetto “Belt and Road Initiative” (Bri), lanciato per la prima volta dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013 con l’intento di integrare l’Asia e l’Europa e implementato successivamente in una cornice non solo economica ma istituzionale e culturale.

Trieste e Genova sono state dichiarate porte della Via della Seta e il Friuli Venezia Giulia ha ottenuto una posizione privilegiata in quanto unica regione italiana presente al “Belt and Road Forum” di Pechino del maggio 2017 e protagonista di una missione istituzionale in Cina lo scorso dicembre.

In apertura del Forum, proprio da parte della Regione, è stato rilevato come il Friuli Venezia Giulia, nel quadro del sistema economico centro-europeo, rappresenti per gli interlocutori cinesi un territorio strategico su cui indirizzare le proprie attività e investimenti.

Nel 2017 l’export regionale verso la Cina è passato da oltre 262 milioni dell’anno precedente a circa 282 milioni di euro e le importazioni hanno fatto segnare un incremento da 514 a 535 milioni di euro.

Queste performance, secondo la Regione, possono crescere grazie ad alcuni vantaggi speciali: la posizione del Friuli Venezia Giulia nel cuore dell’Europa, il regime di extradoganalità del porto di Trieste, la strategia di supporto alla competitività del sistema industriale assicurata dalla riforma RilancimpresaFVG, il solido sistema di ricerca e innovazione costituto da università e parchi e la presenza di oltre 200 startup innovative.

Inoltre, come è stato rilevato dal Comune di Trieste, il porto giuliano è il primo in Italia per volumi di traffico, grazie al petrolio, e ha il record nazionale nelle movimentazioni ferroviarie.

“Accogliamo calorosamente le aziende del Friuli Venezia Giulia per espandere il mercato cinese”: l’importanza che Pechino annette al “Belt and Road Forum” di Trieste, organizzato nel Palazzo della Regione, è stata evidenziata da Xu Xiaofeng, ministro consigliere dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia.

Xu ha tracciato uno scenario improntato dalla volontà della Cina di costruire, con la Via della Seta, “una nuova fascia di collaborazione globale” all’interno dell’obiettivo generale di preservare il libero scambio e una comunità mondiale aperta. Cooperazione, economia e tolleranza tenendo conto degli interessi di entrambe le parti, queste le parole chiave di Xu.

Impegni rafforzati dalla strategia South South e dalla cooperazione triangolare Unido, di cui è coordinatore Gong Weixi. Lo scorso settembre a Vienna, proprio a cura dell’Unido, la strategia della Via della Seta si era declinata nell’impegno a sostenere le economie verdi nelle città. “Vogliamo avere una collaborazione con il Friuli Venezia Giulia”, ha ribadito Gong e “il porto di Trieste nella strategia South South è molto, molto importante”.

Da parte del rappresentante del Governo italiano, a sua volta, è stata rimarcata, al Forum, la scelta precisa di sostenere l’export in Asia e in Cina, quadruplicandovi le risorse impegnate, rispetto a mercati maturi come l’Europa e gli Usa. Ciò in quanto il potenziale della Cina, che punta ad acquisire risorse nella tecnologia, creatività e viver bene, può permettere di triplicare l’export italiano nei prossimi tre anni. Lo sviluppo, secondo il rappresentante del Governo, deve avvenire in condizioni di equilibrio e reciprocità e può trovare una direttrice privilegiata tra le zone economiche speciali cinesi e il porto franco di Trieste.

“Si è lavorato e seminato molto”, ha osservato il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale Zeno D’Agostino, che ha ricordato le sue frequenti missioni in Cina. Secondo D’Agostino, “si è giunti con il Forum odierno un momento cruciale in cui s’incontrano, nel rapporto con la Cina, dinamiche istituzionali e dinamiche commerciali e logistiche”.

E proprio riguardo al porto, Xu Xiaofeng ha detto che “L’investimento sul porto del Pireo non influenzerà una cooperazione futura con il porto di Trieste”.

Xu ha aggiunto che “anche se la logistica sul porto del Pireo cresce rapidamente, sappiamo che c’è una grande parte delle merci che arriva direttamente al porto di Trieste”.

Nell’osservare come il Forum organizzato a Trieste sia “importante per migliorare la conoscenza reciproca”, il diplomatico ha ribadito come ci sia da parte cinese “la volontà di aprire una completa collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, di cui la cooperazione portuale è una parte importante”.

Il ministro consigliere dell’Ambasciata ha aggiunto che “in questi anni la Regione Fvg ha fatto molte visite importanti in Cina e adesso un grande numero di imprese cinesi conoscono Trieste come un porto commerciale. Nel corso di una visita che abbiamo svolto lo scorso anno allo scalo – ha aggiunto Xu – abbiamo appreso le caratteristiche e potenzialità di porto franco di Trieste e crediamo che di pari passo all’approfondimento della conoscenza un sempre maggiore numero di imprese potranno cogliere l’aspetto strategico di un’opportunità di collaborazione”.

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