Collettiva di Nataša Kos e Giovanni Pulze al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà a Muggia

Muggia (Ts) – Venerdì 8 novembre 2019, alle ore 18.00, s’inaugura al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di Muggia la mostra “Araldi della storia” con le opere di Nataša Kos e Giovanni Pulze.

Motivi, situazioni, temi, all’apparenza diversi, si dispiegano in un unico progetto espositivo, quasi in una sorta di contrappunto, confronto e dialogo. E, sebbene la declinazione delle singole opere conduca a una apparente diversità, l’impeto conduttore, per ambedue questi artisti è il medesimo: l’impeto che li unisce è il ragionare sulla responsabilità che l’uomo contemporaneo deve assumersi, con moto proprio, nella cornice storica di un presente che non dimentica il passato, né le dinamiche del dialogo e della convivenza di mondi dissimili.

Il lavoro di Nataša Kos risulta molto variegato e tocca innumerevoli aspetti: da quello documentaristico a quello sociale a quello creativo e intimo, che in altri anni, all’interno di una professione fotografica legata a sbocchi commerciali e pertanto a tematiche e soggetti determinati dalla committenza, si sarebbe chiamata “ricerca personale”. Ecco, spiegato il motivo per cui il suo lavoro risulta così variegato, e tocca anche aspetti legati a situazioni, sebbene statiche, che possono ricordare aspetti quasi riferibili alle tematiche del comportamento e della performance, nel senso che il riferimento a sé stessi, alla propria presenza all’interno dello scatto fotografico o della situazione inquadrata in senso ambientale non può essere riferita a una semplice idea di ritratto o a una autoreferenzialità tout court, ma anche a una interpretazione, a una volontà di rappresentazione che è segno distintivo (e quindi di separazione) da una fotografia puramente documentaristica, per approdare a quel continente complesso e variegato che sposta l’idea stessa della fotografia sul piano della creatività ovvero di una progettualità artistica e quindi estetica, nel senso più alto del termine, e cioè di pensiero e di filosofia dell’arte.
Giovanni Pulze, invece, nei suoi quadri fissa un’istantanea trasognata della realtà, riprendendo le ombre taglienti e le luci artificiali, e creando un’atmosfera di esistenza provvisoria, quasi a partire da un filtro tecnologico, sia questo la memoria digitale di una macchina fotografica o sia questo il filtro pulviscolare dello schermo televisivo. È un mondo che talvolta può richiamare in superficie la vita moderna, dinamica e contrastata, ma che nel sottofondo nasconde sempre un’indole romantica, incline alla riflessione spirituale e al contrasto dialogico tra uomo e natura. In definitiva, è curioso sottolineare che il suo angelo/messaggero non dialoga con le persone, che appaiono assorte nei loro pensieri e assenti dal fluire del vivere più profondo, tanto che gli unici che si rendono conto della sua presenza sono i bambini e gli animali, un po’ come nella “Vocazione di san Matteo” del Caravaggio, dove la luce divina che irrompe nella stanza è avvertita solo da chi è chiamato a rinnovare la sua vita.
La mostra, promossa dall’Associazione Juliet, con l’adesione della Casa dell’Arte, sarà visitabile sino a domenica 1 dicembre. Orari: da martedì a venerdì 17.00 -> 19.00, sabato 10.00 -> 12.00 e 17.00 -> 19.00, domenica e festivi 10.00 -> 12.00. Ingresso libero.

L’esposizione, curata da Roberto Vidali, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia e dall’Associazione Juliet all’interno del programma PRACC che l’Amministrazione Comunale ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali Photo-Imago, Gruppo78 e Juliet con l’intento di promuovere e valorizzare le nuove forme artistiche contemporanee, in una prospettiva nazionale e internazionale. Il brindisi inaugurale della mostra, che si avvale dell’adesione alla Casa dell’Arte di Trieste, è offerto da Girardi Spumanti.

Foto: quadro di Giovanni Pulze

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