Confindustria sull’andamento dell’economia regionale: si torna a crescere ma non troppo

FVG – La Confindustria Friuli Venezia Giulia elabora trimestralmente l’indagine congiunturale basata sui dati di mercato interno ed estero, occupazionali e produttivi, raccolti da un campione molto significativo di imprese associate al sistema confederale regionale.

In questa occasione l’indagine è corredata dal documento di sintesi “Venezia Giulia 2025 – Strategie e azioni per la competitività della Venezia Giulia” realizzato dalla CCIAA Venezia Giulia in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

Il consuntivo del 4° trimestre 2020

Al termine del quarto trimestre 2020, l’elaborazione dei dati raccolti conferma l’andamento positivo di recupero del settore manifatturiero regionale, pesantemente caratterizzato, nel corso del 2020, dagli effetti della pandemia COVID-19.

Il periodo di riferimento continua a essere caratterizzato dal significativo miglioramento, già registrato nel trimestre precedente dove si era generato un primo rilevante rimbalzo degli indicatori economici, confermando la curva di recupero, anche se con dati più stabilizzanti.

Tale andamento, tuttavia, non è sufficiente a colmare il gap del primo semestre 2020.

Il dettaglio dei principali indicatori congiunturali, rispetto al trimestre precedente, indica che il trend di crescita della produzione industriale rallenta di 7,5 punti, pari al +5,3% rispetto al 12,8% del 3°trimestre 2020.

Le vendite registrano un aumento di +12,5% rispetto al +18% del 3°trimestre 2020 segnando sia un incremento nel mercato domestico (+13% rispetto al +21,7% del trimestre precedente) sia pure in quello estero (+11,4% rispetto al +20,6%).

Anche i nuovi ordini continuano a riflettere un incremento, passando dal +33,9% del 3°trimestre 2020 al +9,3% del 4° trimestre 2020;

Pure il grado di utilizzazione degli impianti aumenta, raggiungendo il 79,3% rispetto il 72,8% del trimestre precedente).

L’occupazione, invece, ha dato un segnale di leggera debolezza.

L’analisi su base annuale

L’esame dei principali indicatori tendenziali evidenzia che nel quarto trimestre 2020, a confronto con lo stesso periodo del 2019, l’andamento della produzione industriale cresce dal -6,6% del 4° trimestre 2019 al +3,1% del 4° trimestre 2020.

Le vendite globali decrescono del -0,5% nel 4°trimestre 2020, dato positivo rispetto al -3,7% del 4°trimestre dell’anno precedente.

Questo dato deriva dal mix tra le vendite Italia (+6,5 contro il -2,2 del 4°trimestre 2019) e le vendite estero (-5% rispetto al -4,2% del 4° trimestre 2019).

I nuovi ordini evidenziano, nell’aspetto tendenziale, una significativa crescita, +9,3% nel 4° trimestre 2020 rispetto al +0,3% del 2019.

Le previsioni per il 1° trimestre 2021

I dati previsionali relativi al 1° trimestre 2021 indicano un trend di crescita per il 45% degli intervistati (il 26% nella rilevazione del 3° trimestre 2020), una stabilizzazione per il 47%.

Relativamente alla domanda interna, anche in questo caso, ben il 52% ne prevede un incremento (il 32% nel 3° trimestre 2020), il 36% una sua stabilizzazione.

Per quanto riguarda la domanda estera il 49% prevede un incremento (il 37% nel 3° trimestre 2020) e il 42 una sua stabilità.

Per quanto riguarda l’occupazione, il 91% degli intervistati prevede stabilità, contro il 76% del trimestre precedente.

Il commento del presidente di Confindustria FVG Giuseppe Bono

Il Presidente della Confindustria Friuli Venezia Giulia Giuseppe Bono, così commenta i risultati dell’indagine congiunturale relativa allo stato dell’industria regionale nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

“È indiscutibile che rispetto ai dati dell’indagine del terzo trimestre 2020 le cose siano andate meglio. D’altro canto, il terzo trimestre andava ad analizzare una situazione che vedeva buona parte del comparto manifatturiero del Paese iniziare a riprendere l’attività dopo la drammatica chiusura per il COVID.

Le cose, lo sappiamo bene tutti, non sono risolte né si può pensare che ci si stia avviando ad una soluzione a breve.

Quindi se recupero c’è – in parte anche sul tendenziale – va bene che ci sia ma va attribuito al riavvio della produzione seppur con tutti i vincoli che ancora la pandemia impone e, sottolinea Bono, temo imporrà.

Nel frattempo il Paese ha attraversato una crisi politica delicata ed ora l’unica cosa che va fatta è quella di portare l’Italia a gettare le basi per risolvere gli annosi e mai risolti vincoli che, ormai da troppi anni, limitano il nostro sviluppo sociale ed economico.

La gestione della pandemia ha concentrato in massima parte l’attenzione della politica e dell’amministrazione sulle modalità per affrontarla, modalità con innumerevoli ripercussioni sulla tenuta dell’Italia sul piano dei conti ma anche su quello ancor più delicato della coesione sociale.

Ciò non esimerà, tuttavia, chi di dovere dall’affrontare i nodi che, senza tema di smentita più e più volte abbiamo sottolineato, bloccano il nostro Paese; nodi che se non risolti rischieranno anche di rendere del tutto inutili gli aiuti dell’Europa.

Infrastrutture, giustizia, formazione, burocrazia, livelli e potestà decisionali, ambiente, mercato e politiche del lavoro – per citarne solo alcuni – dovranno essere le priorità dell’azione di Governo in sinergia con il Parlamento coinvolgendo per le rispettive sfere di competenza le Parti Sociali che, avendo il polso del Paese reale, possono – anzi devono – contribuire fattivamente alla rinascita.

Ci piaccia o no di rinascita dell’Italia si deve parlare non più di rilancio e tutti devono fare la propria parte, non solo alcuni.”

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