Corso “La lunga vita dei miti” a Pordenone: due incontri uniscono la mitologia classica e i temi danteschi

Prosegue il corso “La lunga vita dei miti nella produzione artistica” organizzato dalla delegazione di Pordenone dell’Associazione Italiana di Cultura Classica in collaborazione con la Società Dante Alighieri – Comitato di Pordenone. L’approfondimento culturale prevede due incontri che uniscono la mitologia classica e i temi danteschi.

Il primo appuntamento dedicato a Dante e i miti ospita come relatore Gianfranco Agosti, docente di Filologia Classica nell’Università “La Sapienza” di Roma, venerdì 18 febbraio, alle ore 17 e 45, nella sala dell’ex-tipografia Savio, in via Torricella, 2 a Pordenone.

A seguire venerdì 25 febbraio, nella stessa sede, spazio a un argomento affascinante: “Il mare di Dante: miti, memorie e metafore” con l’approfondimento di Domenico Martino, docente dell’Università di Pavia.

Dante i miti classici: l’analisi di questo nuovo viaggio culturale è stata anticipata da Gianantonio Collaoni, presidente di Aicc: “Nella Divina Commedia, opera di straordinaria complessità, dove Dante si serve di tutto ciò che la cultura medievale gli offriva per la sua creazione.

Soprattutto nella prima cantica molta parte hanno le creature mitologiche provenienti dalla cultura classica, che Dante conosceva attraverso le opere di Ovidio, Virgilio, Stazio. Caronte, Minosse, Cerbero, il Minotauro, i Centauri, le Arpie sono i mostri che più si adeguano ai diversi cerchi dell’Inferno e sono utilizzati per accentuare lo sfondo oscuro e pauroso di questo regno dell’oltretomba.

Queste creature mitologiche restano spesso nella loro forma originale, ma in alcuni casi Dante modifica in parte i loro tratti per adattarli alla sua opera, in una sorta di “cristianizzazione” del mito. Dante usa i personaggi del mito anche come anime che incontra nei vari cerchi dell’Inferno a seconda dei loro peccati; la differenza è che queste anime non sono mostri orrendi, ma umani che hanno peccato. L’esempio più famoso è quello del mito di Ulisse.

Qui abbiamo una profonda modificazione del personaggio omerico: il viaggio dell’Ulisse dantesco non è un viaggio di ritorno alla patria, la” petrosa Itaca”, ma è un “folle volo”, oltre i limiti posti alla conoscenza umana, “per seguir virtute e canoscenza”. Sul significato profondo di questa tragica, ultima impresa di Ulisse la critica si interroga da secoli.

Il mito compare molte volte anche nella forma più semplice del paragone: questa modalità è presente anche nelle altre due cantiche, quelle del Purgatorio e del Paradiso, dove il diverso contesto spirituale non consente la presenza di personaggi pagani. Uno per tutti, il mito di Fetonte (non a caso il dio del Sole)”.

È disponibile per tutti la registrazione degli incontri precedenti sul canale YouTube dell’Associazione italiana di cultura classica Pordenone.

Il corso dell’Aicc è stato organizzato con il contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli in collaborazione con la Società Dante Alighieri – Comitato di Pordenone.

Ingresso libero.

Per accedere alla conferenza sarà necessario esibire il green pass.
Per informazioni: info@aiccpn.com o pagina Fb Aicc-Sezione Pordenone.

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