Criminalità e imprese: un terzo degli imprenditori del Nord Est si sente a rischio
FVG – L’illegalità continua a rappresentare una minaccia concreta per il tessuto imprenditoriale italiano, con un impatto economico stimato in 39,2 miliardi di euro e 276 mila posti di lavoro a rischio nel 2024. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Ufficio studi di Confcommercio in occasione della dodicesima edizione della Giornata “Legalità, ci piace“, l’iniziativa annuale promossa dalla confederazione per sensibilizzare sul tema.
Nel Nord Est la situazione desta particolare preoccupazione: il 31,5% degli imprenditori teme di essere esposto a fenomeni criminali quali furti, rapine e atti vandalici, in linea con il dato nazionale del 31,3%. I rappresentanti di Confcommercio Friuli Venezia Giulia evidenziano come questi fenomeni alterino la concorrenza e danneggino il sistema economico.
“Si tratta di un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato”, commentano all’unisono il presidente regionale Gianluca Madriz insieme ai colleghi Fabio Pillon (Pordenone), Antonio Paoletti (Trieste) e Giovanni Da Pozzo (Udine). “Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio e corruzione alterano la concorrenza, comportando la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti”.
Baby gang e mala movida tra le principali preoccupazioni
Il fenomeno delle baby gang preoccupa il 26,2% degli imprenditori del Nord Est, un dato superiore alla media nazionale (21,3%). Ancora più sentito il problema della “mala movida”, temuto dal 35,2% degli intervistati, con particolare riferimento ad atti di vandalismo (46,8%) e degrado urbano (42,5%).
Per quanto riguarda i reati più temuti, i furti si confermano al primo posto con il 38,3% delle segnalazioni, un valore superiore alla media italiana (33,2%). Significativa anche la preoccupazione per usura e racket, con il 29,7% degli imprenditori del Nord Est che si dichiara “molto preoccupato”, superando il dato nazionale del 25,8%.
Impatto economico dell’illegalità
Nel dettaglio, l’abusivismo commerciale costa alle imprese italiane 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione 7,4 miliardi, la contraffazione 5,1 miliardi e il taccheggio 5,4 miliardi. A questi si aggiungono 7,1 miliardi per altri costi legati alla criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) e 3,9 miliardi per la cybercriminalità.
Il 59,2% delle imprese del terziario nel Nord Est ritiene di essere penalizzato da abusivismo e contraffazione, un dato leggermente inferiore alla media nazionale del 60,1%. Di fronte a questi fenomeni, il 66,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, percentuale superiore a quella nazionale (63,1%).
L’81,9% delle imprese ha già investito in misure di sicurezza, soprattutto sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto, un valore di poco inferiore alla media italiana dell’82,9%.
“Di qui il nostro perseguire due obiettivi strategici attraverso la collaborazione con istituzioni e forze dell’ordine”, concludono i vertici di Confcommercio FVG, “prevenire e contrastare i fattori legati alla criminalità che incidono sulla competitività delle imprese e rafforzare, diffondere e approfondire la cultura della legalità”.