Delegazione di 64 persone dal Fvg alla manifestazione Coldiretti il 26 febbraio a Bruxelles

FVG – Una delegazione di 64 persone, composta dal presidente regionale Martin Figelj, dal direttore regionale Cesare Magalini e da tutti i presidenti e i direttori provinciali, oltre che dai responsabili dei movimenti e dai soci, di cui una ventina di iscritti al gruppo Giovani.

Sono i partecipanti della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia alla manifestazione di Bruxelles, svoltasi lunedì 26 febbraio, nuova occasione di confronto per l’Organizzazione più rappresentativa del mondo agricolo con le istituzioni europee.

«Il presidente nazionale Ettore Prandini aveva anticipato già un paio di settimane fa, dopo avere incontrato, oltre a numerosi deputati, la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola e il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, che saremmo tornati a Bruxelles tutte le volte che sarà necessario fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni delle imprese – spiega il presidente regionale Figelj – e siamo pronti a portare anche le istanze del nostro territorio».

«Bruxelles è la sede giusta per discutere i problemi che soffocano la nostra agricoltura». Martin Figelj, presidente della Coldiretti Fvg, lo dichiara in occasione della manifestazione promossa dalla Confederazione per sollecitare risposte tempestive alle necessità delle nostre aziende e per scardinare «regolamenti che non hanno senso», come li ha definiti il presidente nazionale Ettore Prandini.

Tra le richieste di Coldiretti Fvg, spiega Figelj, «in particolare quella sulla reciprocità, per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e siano coerenti con le norme sul lavoro previste nel mercato interno. Dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci deve essere un analogo percorso di qualità».

Tra le proposte del Piano presentato dalla Coldiretti a Bruxelles, anche lo stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, l’incremento degli aiuti alle aziende per contrastare crisi e aumento dei tassi di interesse, la garanzia su una moratoria sui debiti, il rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali e la cancellazione definitiva dell’obbligo dei terreni incolti.

«Siamo qui – ha spiegato Prandini – per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».

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