Droga, duro colpo ad una banda di trafficanti nigeriani. Arrestato il capo

Trieste – La Polizia ha arrestato a Roma venerdì 24 maggio scorso un cittadino nigeriano N. B., 34 anni, residente a Roma. L’uomo forniva, tramite corrieri anch’essi nigeriani, la droga a connazionali nel centro e nord Italia.

È l’importante risultato a cui si è giunti all’esito di articolate attività investigative finalizzate alla repressione ed al contrasto del traffico di droga, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Trieste.

Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica di Trieste, guidata dal Procuratore Capo Carlo Mastelloni.

L’arresto

Dalle prime luci dell’alba di venerdì, gli agenti delle Squadre Mobili di Trieste e Roma hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Trieste su richiesta della Procura della Repubblica.

Le attività tecniche avviate nei confronti dell’indagato hanno consentito di dare riscontro alle ipotesi investigative con numerosi sequestri di droga e diversi arresti in flagranza a carico dei “corrieri”, ossia di coloro che trasportavano materialmente la sostanza stupefacente, sottoposti alle direttive e alle decisioni di N.B..

N.B. è stato rintracciato all’interno della propria abitazione nel quartiere Borghesiana di Roma, ove tra l’altro era già ristretto per condanne relative a fatti analoghi; dopo le incombenze di rito, è stato trasferito presso il carcere di Regina Coeli nella capitale e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria competente.

La dinamica delle indagini

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di ottobre del 2018, quando – a seguito del sequestro di una contenuta quantità di marijuana effettuato a Trieste – gli ulteriori approfondimenti ed accertamenti hanno consentito di ricostruire la catena dei fornitori.

Si è così potuto comprendere come i corrieri di volta in volta utilizzati si siano recati a Roma da N. B. per recuperare i vari quantitativi di stupefacente da trasportare presso i destinatari residenti in diverse città del centro e nord Italia, i quali si sarebbero occupati del successivo spaccio.

In questo modo, nel giro di circa tre mesi, ossia tra marzo e maggio 2019, gli agenti della Squadra Mobile di Trieste, unitamente o grazie al supporto delle Squadre Mobili o degli uffici della Polizia Ferroviaria competenti per territorio, hanno proceduto all’arresto di 13 corrieri stranieri (prevalentemente nigeriani, oltre ad un albanese ed un ghanese) ed al sequestro di quasi 206 chilogrammi di marijuana, tra le città di Pisa, Genova, Torino, Vicenza, Treviso e Udine.

L’indagine, in ragione del numero degli arrestati e della quantità totale della droga sequestrata, è la più consistente tra quella dirette dalla Procura della Repubblica di Trieste e svolta dalla Squadra Mobile giuliana nell’ultimo biennio.

Sequestri ed altri arresti

Tra i sequestri più rilevanti il 31 marzo, a Torino, laddove gli investigatori delle Squadre Mobili di Trieste e Torino riuscivano ad intercettare un corriere provenitene da Roma a bordo di un’autovettura contenente nel portabagagli oltre 40 kg di marijuana.

Nell’occasione, sono stati arrestati anche una coppia di nigeriani residenti nel capoluogo piemontese, in possesso di ulteriori 10 kg della medesima sostanza all’interno della loro abitazione.

Anche a Genova era stato effettuato un altro sequestro di 50 chilogrammi di marijuana, in data 4 aprile, quando gli agenti delle Squadre Mobili di Trieste e del capoluogo ligure hanno arrestato un cittadino albanese, incaricato, per conto del solito N.B., di trasportare la partita di droga ad un nigeriano, successivamente tratto in arresto nel mese di maggio poiché trovato in possesso di oltre 10 kg di stupefacente.

I vari servizi a riscontro ed i numerosi sequestri ed arresti hanno via via indotto gli indagati a tentare di porre in essere delle cautele, quali ad esempio continui cambi di numerazioni telefoniche, che sono state comunque monitorate grazie al dinamismo investigativo ed alla prontezza operativa che ha consentito agli inquirenti di riuscire a   adattare ed orientare la mirata azione di contrasto.

La superstizione incastra il capo della banda

Ciò ha indotto i N. B. a ritenere che la frequenza con la quale sono stati effettuati gli arresti dei corrieri ed i sequestri dello stupefacente fosse da attribuire al malocchio o a qualche rito woodoo effettuato da un santone, a cui bisognava porre rimedio con altrettanti riti per garantirsi la buona riuscita delle attività illecite e la creazione di legami indivisibili tra soggetti dediti allo smercio di droga per garantirsi i migliori affari.

Questa una delle frasi intercettate: “…ti farò un rito che il tuo fornitore ascolterà solo te, lo farò così forte che il vostro legame sarà indivisibile!” ovvero per ottenere il dono della invisibilità e eludere i controlli delle Forze dell’Ordine, come dal dialogo con una sorta di santone: “ci sono i poliziotti che mi stanno seguendo dappertutto, ci sono delle persone che hanno consegnato il mio nome a loro, tutte le cose che faccio, loro le sequestrano, tutti i ragazzi che io mando per i viaggi…sono stati arrestati”, “…basta che tu usi quel sapone li…anche quello che tu devi bere…tu diventi invisibile…loro non ti vedranno mai più!”

Ancora, ad ulteriore riscontro delle attività di indagine, nel corso della mattina di venerdì 24 maggio, alla stazione di Genova Principe è stato tratto in arresto un altro corriere inviato nel corso della mattinata da N .B. trovato in possesso di circa 6 kg di Marijuana.

A seguito dei vari riscontri e dei numerosi elementi di prova raccolti a carico di N.B. il GIP di Trieste, su richiesta del P.M. titolare dell’indagine, ha dunque emesso il provvedimento restrittivo della libertà personale a carico del cittadino nigeriano.

L’indagine segue ad una precedente che ha avuto termine nel dicembre del 2018, quando erano stati arrestati 19 cittadini nigeriani e sequestrati circa 105 kg di marijuana.

Anche in tale occasione era stata accertata l’operatività di un altro cittadino nigeriano, residente a Roma, che – utilizzando il medesimo modus operandi – inviava, tramite corrieri stranieri, ingenti quantità di droga a dei fidati connazionali sedenti nel nord Italia, i quali a loro volta si occupavano della successiva vendita al dettaglio nelle varie piazze di spaccio del nord Italia.

 

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