Episodio di bullismo in una scuola media del Pordenonese: urgente attivare strumenti educativi

Pordenone – Anche la politica interviene dopo l’episodio di bullismo scolastico denunciato giorni fa da un genitore. “Il grave episodio di bullismo accaduto a Pordenone impone azioni efficaci. La proposta di legge per il contrasto all’analfabetismo funzionale ed emotivo è stata successivamente incardinata nella legge regionale per il diritto allo studio, riconoscendo l’urgenza di intervenire su questi fenomeni” scrive il capogruppo del M5S in Consiglio regionale Mauro Capozzella.

“Alla luce di accadimenti come quello emerso in questi giorni a Pordenone, emerge la necessità di dare concretezza alla norma, che prevede la presentazione di appositi progetti da parte delle scuole – conclude Capozzella -. È quindi necessario dare massima diffusione degli strumenti a disposizione di istituti e famiglie per prevenire questi gravi fenomeni di bullismo”.

Nei giorni scorsi la madre di un alunno di una scuola media del Pordenonese aveva denunciato ripetuti atti di bullismo nei confronti di suo figlio 13enne, sia con azioni fisiche che via chat.

“In chat ci sono i messaggi più terribili – aveva raccontato la donna alla stampa locale -: questi ragazzini minacciano di dargli fuoco” soprattutto se si rivolgesse a genitori o insegnanti per cercare aiuto rispetto alle minacce cui deve far fronte.

“Fino ad ora ho sempre preferito attendere, nella speranza che la questione rientrasse” aveva spiegato il genitore.

“Le vessazioni sono iniziate già due anni fa – scriveva in un post sui social network, rispondendo a quanti avevano segnalato gli episodi accaduti in altre realtà durante il weekend -: ci furono calci e pugni conditi da insulti. Speravamo che la situazione migliorasse e, invece, ci risiamo: atti intimidatori ma anche violenza fisica e psicologica, come abbassargli i pantaloni in pubblico per denigrarlo e umiliarlo e ancora insulti di ogni tipo con frasi irripetibili che ci si stupirebbe a immaginare sulla bocca di adolescenti. Il tutto con azioni in cui si ritrovano anche dieci contro uno”.

La vicenda di bullismo potrebbe avere degli strascichi anche sotto il profilo della responsabilità penale a carico dei genitori, colpevoli di non aver vigilato adeguatamente sul comportamento dei loro figli 12enni, non imputabili.

 

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