Focolaio di Covid in discoteca, chiuso per un mese e mezzo locale nel pordenonese

Pordenone – Nella mattinata di venerdì 30 luglio gli agenti della Questura di Pordenone – Ufficio Polizia Amministrativa e di Sicurezza (U.P.A.S.) e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante hanno eseguito il provvedimento di sospensione ex art. 100 Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.), disposto dal Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio nei confronti del locale “Papi Beach” con la chiusura per 75 giorni.

Il provvedimento, sussistendo i presupposti normativi, è stato adottato a seguito degli accertamenti ed approfondimenti svolti dalla Questura, che ha riscontrato una grave situazione, con pregiudizio per la sicurezza pubblica, la sicurezza delle persone e l’incolumità fisica delle stesse.

Lo scorso 23 luglio il Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale ha inviato al Questore della Provincia di Pordenone una segnalazione relativa ai fatti accaduti al “Papi Beach” di Roveredo in Piano (PN) la sera di sabato 17 luglio scorso quando, a seguito di una festa organizzata sul posto, si era sviluppato un focolaio di Covid-19 caratterizzato, per dimensioni, come tra i più importanti, sicuramente il maggiore della Regione Friuli Venezia Giulia.

Immediati accertamenti ed approfondimenti sono stati eseguiti da parte della Divisione U.P.A.S. della Questura, che hanno raccolto le testimonianze di una ventina di giovani che avevano partecipato alla festa, dalle quali emergevano gravi pregiudizi per la sicurezza pubblica.

La Polizia ha riscontrato così gli assembramenti all’esterno delle persone in fila in attesa di entrare, ed una volta dentro, dalla consolle i D.J. animavano la serata con la musica, mentre i ragazzi, senza mascherina, ballavano gli uni vicini agli altri, senza che i responsabili del locale invitassero le persone a rimanere sedute al loro posto, né tantomeno interrompendo la serata per salvaguardare la sicurezza degli stessi giovani.

Si è così ricostruita una vera e propria serata da “discoteca abusiva” con 300 persone che hanno ballato dalle 23.00 alle 04.00 del giorno seguente, scatenando il maggiore focolaio di Covid-19 della Regione.

Gli Agenti della Questura hanno anche accertato come fossero state organizzate per ogni fine settimana della stagione estiva serate dello stesso tipo, in assenza della licenza ex art. 80 Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.), che regolamenta le attività da ballo.
E ancora, oltre alle testimonianze dei ragazzi, veniva scaricato un video relativo alla festa, con immagini che riprendevano decine e decine di giovani, senza mascherina, accalcati a ballare a ridosso della consolle, dove il D.J. irradiava la musica, filmato che è poi stato rimosso alcuni giorni dopo.

Nei giorni successivi il quadro si aggravava ulteriormente ed in data 28 luglio il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale trasmetteva al Questore una ulteriore segnalazione con la quale aggiornava il focolaio partito dal locale “Papi Beach”, con 55 casi positivi al Covid-19, riguardanti persone residenti nella Provincia di Pordenone, di Treviso e della Base USAF di Aviano (PN).

Veniva, altresì, sottolineata la gravità della situazione, sia dal punto di vista epidemiologico, che per le possibili ricadute sanitarie, oltre che per le ripercussioni sulla salute delle persone.
Conclusi, quindi, gli accertamenti in argomento e sussistendo i presupposti normativi ex art. 100 del Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.) il Questore della Provincia di Pordenone emetteva Decreto di sospensione della licenza del “Papi on the Beach”, disponendo la chiusura per 75 giorni.

Dato che il locale in argomento era già stato sanzionato con una prima chiusura di 90 giorni disposta dal Questore in data 25.05.2019, sempre per ragioni di sicurezza pubblica e sicurezza delle persone, il Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio ha trasmesso al Sindaco la proposta di revoca della licenza nei confronti del “Papi on the Beach”.

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