Friuli Venezia Giulia, crescita lenta nel 2025: PIL +0,3%, occupazione in aumento
FVG – Economia del Friuli Venezia Giulia in crescita, ma con lentezza, nei prossimi due anni. Secondo le stime del nuovo report dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, reso noto il 27 ottobre e basato su dati Prometeia, il Prodotto interno lordo regionale dovrebbe salire dello 0,3% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, dopo un 2024 quasi fermo (+0,1%). La revisione è leggermente al ribasso rispetto alle stime di luglio, soprattutto per il minore contributo previsto da export, industria e servizi.
Consumi e investimenti in ripresa
Le famiglie, dopo la pausa degli ultimi anni, torneranno gradualmente a spendere. I consumi sono previsti in crescita dello 0,6% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, sostenuti dal miglioramento del potere d’acquisto e dal rallentamento dell’inflazione. Tuttavia, la propensione al risparmio rimane alta, segno di una fiducia ancora fragile.
Gli investimenti mostrano segnali più robusti: dopo un 2024 quasi piatto (+0,5%), nel 2025 dovrebbero aumentare del 2,7%, grazie ai tassi d’interesse più bassi, al credito più accessibile e agli incentivi fiscali legati a Ecobonus, ristrutturazioni e Transizione 4.0 e 5.0. Anche il PNRR continuerà a sostenere le opere pubbliche, soprattutto nei fabbricati non residenziali.
Export e industria
Le esportazioni regionali nel 2025 cresceranno del 3,3%, meno delle previsioni di tre mesi fa (+7,1%), per via di una flessione registrata nel secondo trimestre. Il 2026 dovrebbe vedere un nuovo aumento (+2%), spinto dalla ripresa dell’economia tedesca e dal superamento degli effetti dei dazi statunitensi.
Dal lato della produzione, il valore aggiunto dell’industria salirà dello 0,5% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, mentre le costruzioni cresceranno dell’1,1% per poi contrarsi (-2%) nel 2026. I servizi, dopo un 2024 in lieve calo (-0,2%), dovrebbero restare stabili nel 2025 e tornare a crescere nel 2026 (+1,2%).
Lavoro: occupazione in aumento, ma pesa il calo demografico
Il mercato del lavoro continua a mostrare segnali positivi. L’occupazione è prevista in crescita dello 0,8% nel 2025 e dello 0,5% nel 2026, mentre il tasso di occupazione salirà al 69,5% nel 2025 e al 70,2% nel 2026, livelli più alti rispetto al 2019. La disoccupazione si manterrà su valori contenuti, al 4,8% nel 2025.
Confindustria Udine avverte però che il calo della popolazione in età lavorativa potrebbe rallentare la crescita economica e mettere sotto pressione il sistema di welfare. Per mantenere la forza lavoro, sarà importante favorire la partecipazione di donne e giovani e assicurare flussi regolari di lavoratori stranieri.
Energia, mercati e rischi esterni
Sul piano internazionale, le prospettive restano condizionate da incertezze geopolitiche e commerciali. Il commercio mondiale dovrebbe rallentare, passando dal +2,8% nel 2025 all’1,2% nel 2026, a causa delle nuove barriere tariffarie.
Gli Stati Uniti, che hanno promosso misure protezionistiche, rallenteranno la crescita (dal +3,1% nel 2024 al +2,3% nel 2025), mentre la Germania, principale partner del Friuli Venezia Giulia, dovrebbe tornare positiva solo dal 2026. Anche la svalutazione del dollaro, dovuta alle diverse politiche monetarie tra FED e BCE, riduce la competitività dell’export italiano e regionale.
Sul fronte energetico, il prezzo del gas naturale si attesta a 32 euro al megawattora, più del doppio rispetto ai 14 euro del 2019, a causa del maggior ricorso al gas naturale liquefatto e ai fornitori extraeuropei. Il costo resta circa tre volte superiore a quello statunitense.
Pozzo (Confindustria Udine): “Servono investimenti in formazione e innovazione”
Per il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, il nodo principale resta la produttività: «Per crescere davvero – spiega – serve puntare sulle competenze tecniche, sulla formazione dei giovani e dei lavoratori, sulla riqualificazione dei distretti industriali e sulla modernizzazione dei servizi. Bisogna rendere i nostri territori attrattivi anche per le famiglie, con un buon sistema di trasporti, asili nido, welfare diffuso e progetti di housing sociale».
Pozzo sottolinea anche la necessità di triplicare gli investimenti in ricerca e sviluppo, portandoli al 3% del PIL, in linea con i Paesi più avanzati, e di garantire energia sostenibile a costi accessibili attraverso una strategia europea comune.
«Va ridotto il costo del lavoro – conclude – alleggerendo il cuneo fiscale e premiando chi crea valore e produttività. Solo così potremo consolidare la crescita e rilanciare la competitività del Friuli Venezia Giulia».

