Il Festival Folkest si prepara per la prossima edizione con il Premio Alberto Cesa

Fvg – Il Festival Folkest, l’International Folk Festival, oltre ad essere già al lavoro in vista della prossima edizione, la numero 44, è partito anche con le selezioni nazionali della 18^ edizione del Premio Alberto Cesa che quest’anno ha raccolto circa duecento iscrizioni tra gruppi e singoli artisti e che si dipana su sei selezioni dal vivo – tra Arezzo, Loano, San Pietro in Cariano, Udine, San Donato Val di Comino – dove in ciascuna delle piazze vengono chiamati a esibirsi tre tra i selezionati che hanno partecipato al bando e solamente il primo classificato di ciascuna serata suonerà durante la fase finale a Spilimbergo, nel corso delle serate centrali di Folkest che si svolge in Friuli durante il mese di luglio.

«Alberto Cesa partecipò alle prime edizioni di Folkest, allora Fieste di Chenti, ritornandoci poi varie volte – spiega il direttore artistico di Folkest, Andrea Del Favero – e instaurando con il Friuli un rapporto di amicizia che si consolidò nel tempo. Era una persona dalla grande curiosità intellettuale, un entusiasta della musica e della vita: non avremmo potuto pensare persona migliore alla quale intitolare il Premio».

Il 9 dicembre, nel corso di un concerto dal vivo inserito all’interno del Festival Pifferi, Muse e Zampogne, diretto come ogni anno con grande competenza da Silvio Trotta, tre gruppi e artisti si sfideranno a colpi di note: nell’ordine i fiorentini Note Noire Quartet, con la loro musica cha spazia dal manouche, al mousette, alle delicate essenze del Mediterraneo, godibili venature funk,e tanto swing, la calabrese, ma naturalizzata fiorentina Liana Marino con il suo raffinato cantautorato e infine i lucchesi de La serpe d’oro, un sestetto che a sua volta viaggia a cavallo tra brani della tradizione popolare toscana, proprie composizioni e accenti folk-rock.

Alberto Cesa, voce e ghironda di Cantovivo, uno dei gruppi pionieri della musica che quarant’anni fa ha fatto capire che delle radici non ci si deve vergognare, che cantare in dialetto non è stare ai margini, ma possedere una lingua magica. Agli albori degli anni Ottanta, fece una cosa che allora non si usava: scrivere, in incognito, testo e musica di una canzone tradizionale piemontese, La bela Mariansun, e con questa prendere simpaticamente in giro l’allora paludato mondo della ricerca etnomusicale, lasciando molti di stucco quando rivelava la recentissima composizione di quel testo e quella melodia.

Come ogni anno parte da Arezzo e passerà anche per Udine,  la carovana del Premio Alberto Cesa, il concorso alla ricerca di significativi artisti che si esibiranno in occasione di Folkest 2022 giocandosi anche l’importante assegnazione destinata al vincitore dal Nuovo Imaie per la realizzazione di una tournée. Oltre a ciò tutti gli artisti che giungeranno alla fase di finale di Spilimbergo, cuore della manifestazione, avranno l’opportunità di partecipare ad alcuni incontri di formazione professionale con esperti provenienti da vari Paesi europei. Della serie “diventate voi i grandi artisti, quelli che di solito chiamiamo a Folkest!”

Storica la sede di questa prima tappa, il Circolo Aurora in Piazza Sant’Agostino ad Arezzo, perché proprio qui, nel 2004, si svolse la primissima serata del concorso Suonare@Folkest, come allora si chiamava, diventato in seguito il premio intitolato al grande musicista folk piemontese Alberto Cesa. Un inizio fortunato in un luogo dove la musica è sempre in primo piano, al quale hanno fatto seguito molte edizioni, tutte caratterizzate da un’elevata qualità musicale.

La programmazione del festival aretino proseguirà nei giorni successivi con Suonidumbra, Willo’s, e i Musicanti del Piccolo Borgo.

 

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