Il ritorno di orsi e lupi nei boschi: buona notizia per l’ambiente ma non per gli allevatori

Sauris (Ud) – Camminiamo, in un pomeriggio di questa estate, sul sentiero che da Sauris di Sopra arriva a Sauris di Sotto, una carrareccia molto semplice e suggestiva in mezzo ai boschi.

All’inizio del percorso una coppia con cane ci avvisa: ci sono orme di orso nel fango, a un centinaio di metri da qui.

Proseguiamo e in effetti, evidenti nel fango grigio ai margini di una pozzanghera, eccole: una delle impronte è molto netta.

Andiamo avanti con un pizzico di ansia. Il ricordo del podista sbranato in Trentino qualche settimana fa è ancora vivo. Parliamo ad alta voce del più e del meno – era uno dei consigli degli esperti su Internet, funziona? Impossibile verificare a meno di incontrare effettivamente un orso. Non ce lo auguriamo.

Arriviamo indenni a Sauris di Sotto e ci rivolgiamo all’Ufficio turistico. Abbiamo visto delle orme, davvero ci sono gli orsi a Sauris? La guida conferma: ci sono orsi, ma in questa stagione si spostano in alto, dove ci sono gli alpeggi con gli animali da predare.

“Non risulta che ci siano orse con i piccoli, che possono diventare aggressive. Sono segnalati invece orsi maschi. Non ci sono pericoli immediati per gli escursionisti, evitate però di camminare la mattina presto e la sera tardi e non fate jogging”.

Il ritorno dei grandi predatori: buona o cattiva notizia?

Ci chiediamo, come tanti appassionati di montagna in questi giorni: è una buona notizia il ritorno della fauna selvatica nei nostri boschi?

I fatti di questi giorni hanno lasciato amarezza tra i malgari. Lo scorso fine settimana c’è stata una nuova aggressione da parte di un’orso ad un’asina e al suo puledro nei pressi di Malga Novarzutta, proprio nella zona degli alpeggi sopra Sauris. I forestali non escludono che possa trattarsi dell’orso Francesco, arrivato qualche tempo fa dal Trentino.

L’orso una decina di giorni fa aveva preso di mira un’asina del pastore Maurizio Fuchs, proprietario anche dei due animali feriti nella notte. Il veterinario è stato costretto a sopprimere l’asina, che non sarebbe stata in grado di sopravvivere all’attacco. Ferito anche il suo piccolo, ma il puledro se la caverà.

Già da tempo, allevatori e malgari chiedono una migliore gestione dei grandi predatori. Non solo dei sette orsi, ma anche della sessantina di lupi presenti in regione. Rivendicano che l’ambiente montano deve essere messo in sicurezza per chi ci lavora, presidia il territorio e crea valore.

D’altra parte il ritorno di specie fino a poco tempo fa a rischio estinzione viene salutato con favore dai ricercatori e dai tecnici dell’ambiente. Gli equilibri ambientali sono stati stravolti dallo sfruttamento delle foreste. Da qualche decennio si registra un’inversione di tendenza, ma restano grossi nodi da risolvere.

 

 

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