“Il Signor Dopodomani”: monologo con Stefano Cutrupi in scena al Teatro dei Fabbri per AiFabbri2

Trieste –  “Il Signor Dopodomani – L’indicibile sproloquio di un condannato a vivere”, monologo scritto dal fumettista calabrese Domenico Loddo, diretto da Roberto Zorn Bonaventura e interpretato da Stefano Cutrupi va in scena al Teatro dei Fabbri da stasera giovedì 3 novembre alle 20.30 al 5 per AiFabbri2. Un amore finito e la dolorosa confessione di un uomo abbandonato al quale, di quella relazione e della compagna ormai lontana, non rimane che il ricordo di un’audiocassetta.

A coagulare sulla scena su una scena ben congegnata si muove il bizzarro protagonista, un agitato uomo in frack, a piedi nudi, spalle da rugbysta e volto sofferente, che racconta la sua amara, grottesca, storia. Nella pièce a scandire le vicissitudini di un uomo senza significato, senza presente e futuro, è una track-list su musicassetta di 45 minuti che racchiude tutto ciò che è rimasto della sua compagna Ada che l’ha lasciato. L’autore di “Il signor Dopodomani”, il drammaturgo Domenico Loddo, nasce come fumettista, ma il suo è un testo che palpita anche nella dimensione sonora. E tra le note di Battiato, Fossati ed altri intriganti autori, si racconta e si consuma la via crucis sentimentale di questo giovane vittima di un amore durato solo tre anni e mai più dimenticato. In scena va un’autentica confessione, quella di un uomo senza nome, senza identità, che cerca una implacabile, feroce, definitiva vendetta che lo salvi finalmente da quel suo immenso dolore. Uno spettacolo di passaggi intensi, che in alcuni momenti fa anche sorridere, fino ad arrivare a un finale aperto a diverse possibilità sul futuro, con un coinvolgimento diretto del pubblico.

«“Il signor Dopodomani” è una storia d’amore ambientata negli anni ’80, un tappeto musicale di 45 minuti su musicassette che i protagonisti di quella relazione si scambiavano: era il loro modo di comunicare, di darsi appuntamento», dice l’attore Stefano Cutrupi. «In scena c’è un registratore: i tempi della pièce sono scanditi proprio dalla musicassetta. Quindi c’è un “play”, ma anche un “rec” dove il protagonista registra l’odio e l’amarezza urlata ad Ada, il suo amore finito. 45 minuti di rumori, canzoni, la stessa voce di Ada, parole di un amore che non può più tornare indietro. Il protagonista utilizza anche un linguaggio un po’ alla Bergonzoni, con molti giri di parole: il suo è uno sfogo, o meglio un delirio». Su un testo così complesso, il regista Roberto Bonaventura ha fatto un lavoro sull’attore, sulla sua performance, l’improvvisazione e la fatica di interpretare un testo complesso in un tempo e un ritmo prestabiliti, dettati proprio dalla musicassetta in scena.

Per Stefano Cutrupi si tratta di un ritorno a Trieste: attore diplomato presso l’Accademia Teatrale La Contrada-Teatro Stabile di Trieste sotto la direzione artistica di Francesco Macedonio, ha avuto tra i suoi docenti Riccardo Maranzana, Maurizio Zacchigna, Marcela Serli, Elke Burul.

«Sono nato con La Contrada: avevo 25 anni, vivevo a Torino dove già facevo teatro, però sentivo la necessità di uno studio e un allenamento costante. E ho scelto l’Accademia del Teatro La Contrada nel suo ultimo biennio di attività, 2012-2013. Come saggio, ho interpretato “Romeo e Giulietta” con Francesco Macedonio: tornare a Trieste dopo dieci anni è una grande e bellissima emozione».

Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint (Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.

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