Immigrazione clandestina: centinaia di profughi alla periferia di Trieste. Saranno più intensi i controlli

Trieste – Oltre cento migranti, provenienti per lo più dal Pakistan, sono stati rintracciati nella mattinata del 21 giugno a Trieste e nel comune di San Dorligo della Valle (TS) dalle Volanti della Questura e dai Carabinieri.

I gruppi sono stati individuati mentre camminavano tra piazzale Cagni e la frazione di Domio, e nell’area carsica, vicino al confine con la Slovenia, mentre camminavano in piccoli gruppetti vicino a zone boschive.

Grazie all’ausilio dei mezzi della Trieste Trasporti, messi a disposizione dall’azienda, i migranti sono stati quindi accompagnati nei centri di fotosegnalamento di Fernetti, Porto Nuovo e Questura per le operazioni di identificazione.

Un altro gruppo, di 18 migranti, è stato rintracciato sabato 22 giugno mattina dagli agenti della polizia di frontiera a San Dorligo della Valle (TS), vicino al confine.

Bloccati dagli agenti, sono stati accompagnati al centro di fotosegnalamento della Caserma di Fernetti (Trieste) per le operazioni di identificazione.

Quasi tutti, informa la Questura di Trieste, hanno richiesto la protezione internazionale.

Il flusso migratorio attraverso la rotta balcanica, ripreso in modo consistente già nel 2018, si sta ulteriormente intensificando quest’anno.

In tutto il 2018 – secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza – 446 stranieri irregolari sono stati rintracciati presso le zone del confine sloveno.

Nel corso dei primi cinque mesi del 2019 i migranti irregolari in quell’area erano già 652, cui vanno aggiunti gli oltre 130 individuati finora a giugno.

Si registra dunque quasi un raddoppio degli arrivi dalla Slovenia rispetto al 2018 solo nel primo semestre di quest’anno.

121 sono stati trovati presso le zone di confine con l’Austria. Numeri che hanno fatto accrescere l’attenzione del Viminale sulla rotta di terra del Nordest.

Il governatore Massimiliano Fedriga si è confrontato a tale proposito con il Consolato generale di Slovenia. “Dal 1° luglio prenderanno il via i controlli congiunti ai confini, con l’obiettivo di contrastare in modo deciso l’ingresso di migranti irregolari in Friuli Venezia Giulia” ha detto Fedriga al termine dell’incontro.

“Sono estremamente preoccupato per quanto sta accadendo al confine italo-sloveno”, commenta Fedriga. “Malgrado l’enorme sforzo del Governo, che ha disposto il potenziamento di organico delle Forze dell’Ordine e un maggior presidio del territorio, la situazione non può infatti risolversi se tutti i Paesi coinvolti non offrono il loro contributo.”

Se oggi c’è evidenza dei numeri che caratterizzano i flussi “perché – come ricorda il governatore – a differenza che in passato i controlli ci sono”, altrettanto importante è la sinergia avviata con la Slovenia: una partnership che, rende noto Fedriga a seguito di un confronto con il Consolato generale della vicina Repubblica, “porterà dal 1° luglio all’attivazione di pattuglie miste sui confini, utili ad arginare l’ingresso di irregolari”.

L’appello del governatore si estende ai Paesi attraversati dalla rotta balcanica, a cui viene chiesta “piena collaborazione, a iniziare dalla Croazia. L’Italia e la Slovenia non possono infatti essere le uniche due realtà a combattere l’immigrazione clandestina: ognuno deve fare la sua parte e presidiare i confini del proprio territorio”.

Criticità, quelle elencate da Fedriga, che, se non dovessero essere superate in breve tempo, porteranno il Friuli Venezia Giulia a “valutare di richiedere al Governo la sospensione di Schengen”.

Da parte sua l’on. Debora Serracchiani (PD), parlamentare ed ex presidentessa della Regione, ha così commentato in una nota: “L’incapacità totale di Fedriga e del suo Governo di gestire situazioni difficili si rivela da idee folli come questa. Senza considerare che non ricorrono assolutamente le condizioni, rialzare il confine tra Italia e Slovenia significa creare problemi alla popolazione, al commercio, ai traffici transfrontalieri e ai flussi turistici, senza fermare i migranti. Sarebbe un balzo nel passato: al passaporto al valico di Fernetti”.

“La realtà – spiega Serracchiani – è che il Governo non ha ‘potenziato’ proprio niente, come confermano gli stessi sindacati di Polizia. Il Governo non ha voluto vedere il problema che stava arrivando e non ha provveduto in anticipo. E le condizioni per la sospensione di Schengen non ci sono affatto, perché la sicurezza del Paese non è certo minacciata da queste persone indebolite dopo mesi di viaggio”.

Per la parlamentare dem “invece di chiedere la Cortina di ferro, Fedriga chieda al Governo notizie dei famosi Cpr che deve fare in Fvg dopo aver smantellato l’accoglienza, chieda dove sono i rimpatri per cui spende i soldi della Regione, chieda un rapido e continuo deflusso verso altre Regioni, chieda che la diplomazia italiana si rimetta in moto sui Balcani, ormai dimenticati da Roma con le conseguenze che vediamo”.

(Foto: Gerd Altmann da Pixabay)
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