“La lunga vita dei miti nella produzione artistica”: focus sul pittore Giulio Quaglio

Pordenone – Il pittore Giulio Quaglio, considerato il protagonista assoluto del rinnovamento pittorico in Friuli Venezia Giulia fra il 1692 e il 1700, sarà al centro del prossimo incontro legato al corso “La lunga vita dei miti nella produzione artistica” organizzato dalla Delegazione di Pordenone dell’Associazione Italiana di Cultura Classica.

A illuminare la figura del grande artista, sarà Giuseppe Bergamini, venerdì 19 novembre alle 17, negli spazi dell’ex Tipografia Savio a Pordenone.

Il relatore, direttore del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo, già direttore dei Civici Musei di Storia e Arte di Udine, terrà una conferenza dal titolo “Giulio Quaglio: miti dipinti fra ‘600 e ‘700”.

Giulio Quaglio proveniva dal Comasco e  si formò a Bologna; soggiornò anche a  Venezia; venne in contatto con le grandi tradizioni pittoriche sia venete che emiliane. Dal 1692 al 1700 si trasferì in Friuli.

A Udine ricevette la sua prima commissione nel 1692, fu infatti incaricato di affrescare lo scalone e la sala d’onore del palazzo Strassoldo-Mantica con la Caduta dei giganti e altri medaglioni e tondi con raffigurazioni mitologiche. Il mito come soggetto è presente in altri due palazzi udinesi: Palazzo della Porta e Palazzo Attimis di Maniago.

Lavorò anche in altri centri del Friuli e a Lubiana. Tra la fine del ’19 e gli inizi del ‘20 Udine gli ha dedicato un’importante mostra per celebrare i trecentocinquanta anni dalla nascita (1668-1751). Giulio Quaglio realizzò diverse opere, testimoni della ricchezza culturale di Udine, che non a caso la portò a essere ribattezzata città del Quaglio. Quindi la sua arte si sviluppa a Udine ed anche in tutta l’Alpe Adria attraverso temi sacri e profani, accostando i miti classici agli episodi biblici in un’affascinante continuità.

A Udine lascia la sua opera in numerosi siti tra Chiese, Cappelle e Palazzi, che restano i testimoni di questo fecondo maestro che tra Sei e Settecento rivoluzionò il gusto della committenza friulana. Riportò in auge in area veneta la tecnica dell’affresco dopo anni di oblio, durante i quali erano prevalsi i teleri, le grandi tele dipinte, che meglio si confacevano al clima veneziano.

Quando giunse a Udine nel 1662, il Quaglio realizzò le decorazioni dei palazzi Della Porta e Strassoldo; altri cicli decorativi gli furono commissionati da famiglie nobili udinesi; ma il suo lavoro interessò anche ambienti religiosi quali la Cappella del Monte di Pietà in via Mercatovecchio e la Chiesa di Santa Chiara in via Gemona, all’epoca annessa al monastero delle Clarisse.

Il corso “La lunga vita dei miti nella produzione artistica” è stato realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli in collaborazione con la Società Dante Alighieri – Comitato di Pordenone.

Dalla prossima settimana sarà disponibile la registrazione della quinta conferenza. È sufficiente digitare, una volta entrati su YouTube, “Associazione italiana di cultura classica Pordenone”. Invito anche a cliccare sull’icona rossa “iscriviti”.

Per accedere agli incontri sarà necessario esibire il Green Pass.

Info: Associazione Italiana Cultura Classica
www.aiccpn.it
info@aiccpn.com
Telefono: 0434 524055

Print Friendly, PDF & Email
Condividi