Le comunità islamiche monfalconesi indicono una manifestazione per chiedere libertà di culto

Monfalcone (Go) – Il 23 dicembre, a Monfalcone, i rappresentanti spirituali dei centri islamici italiani, su invito dell’imam della comunità islamica monfalconese Abdel Majid Kinani, si riuniranno per una manifestazione pacifica a favore della libertà di culto.

La protesta, annunciata da Bou Konate, presidente onorario del Centro culturale Darus Salam di Monfalcone, è una risposta alla chiusura dell’ora di preghiera del venerdì nei centri di via Duca d’Aosta e via don Fanin, decretata da un’ordinanza comunale emessa il 15 novembre scorso.

Le associazioni islamiche invitano a partecipare alla manifestazione tutti i sostenitori dei diritti civili, religiosi e umani, assicurando che l’iniziativa sarà conforme alla Costituzione italiana.

Konate, che ha anche incontrato il prefetto di Gorizia per discutere della situazione, sta progettando un incontro con i parroci della città e valutando la possibilità di dialogare con l’arcivescovo di Gorizia mons. Carlo Redaelli.

Le associazioni denunciano la decisione della sindaca, Anna Maria Cisint, di vietare la preghiera, sostenendo che ciò priva 5.000 musulmani dei loro diritti, sottolineando l’importanza del centro culturale, acquistato nel 2003 con il contributo dei fedeli.

“Chiediamo l’aiuto di tutti – conclude il presidente del centro culturale Salaam – per far sì che queste cose non succedano più, non solo a Monfalcone, ma in tutto il mondo. Va permesso a chiunque di praticare la propria religione”.

La sindaca Cisint, in una diretta social, respinge le accuse di Konate, affermando che la libertà di culto è indiscutibile, ma il problema riguarda la legalità, citando abusi edilizi e verifiche tecniche per il rispetto del piano regolatore.

Cisint dichiara di non essere anti-Islam e afferma che le ordinanze sono finalizzate al ripristino della destinazione d’uso delle strutture, sottolineando che la mancata osservanza dei provvedimenti genera disuguaglianze.

Infine, la sindaca condanna l’annunciata manifestazione dell’antivigilia di Natale come una “provocazione grave”, un “atto di arroganza”, che “non contribuisce ad una vera integrazione”.

 

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