Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone tagliano il traguardo della 40a edizione

Pordenone – Dopo una 39a Limited Edition che si è svolta quasi esclusivamente on line, le Giornate del Cinema Muto di Pordenone celebreranno con il pubblico in presenza al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, dal 2 al 9 ottobre 2021, la 40a edizione. Era infatti il 1982 quando la Cineteca del Friuli e Cinemazero unirono le forze per presentare una rassegna di tre giorni sul comico francese Max Linder. Nessuno immaginava che quella sarebbe stata la prima edizione di un festival il cui pionieristico lavoro avrebbe contribuito a riscrivere la storia dei primi trent’anni di cinema e che Pordenone sarebbe presto diventata meta irrinunciabile per studiosi e appassionati di cinema muto da tutto il mondo.

L’edizione 2021 non potrà prescindere dalla sicurezza e dunque dalle norme anti-Covid che prevedibilmente saranno ancora in vigore a ottobre. Il programma sarà dunque suddiviso in quattro sessioni di proiezioni giornaliere e si terrà conto dell’esperienza del 2020. Con il raddoppio degli accrediti, l’edizione on line ha rivelato la possibilità di allargare di molto la platea degli amanti del cinema muto e per fidelizzare il nuovo pubblico, ma anche per i fedelissimi del festival che quest’anno non potranno raggiungere Pordenone, alle proiezioni e agli incontri in presenza si affiancherà una selezione di film on line.

Per la tradizionale serata di pre-apertura, venerdì 1° ottobre al Teatro Zancanaro di Sacile, in occasione del settecentenario dantesco è in programma un omaggio cine-musicale al Poeta con Maciste all’inferno (1926) di Guido Brignone accompagnato dalla Zerorchestra.

A inaugurare ufficialmente le Giornate, sabato 2 ottobre al Teatro Verdi, è il capolavoro di Ernst Lubitsch, Lady Windermere’s Fan (Il ventaglio di Lady Windermere, 1925, tratto dall’omonima commedia teatrale di Oscar Wilde), più scintillante che mai nel nuovissimo restauro che il Museum of Modern Art di New York ha realizzato a partire da una copia nitrato originale. La partitura per tre musicisti, in linea con la natura cameristica del film, è composta e diretta da Carl Davis.

La grande orchestra arriverà per l’evento di chiusura di sabato 9 ottobre e la replica del 10 ottobre. I musicisti dell’Orchestra San Marco di Pordenone eseguiranno in prima mondiale l’accompagnamento di Günter Buchwald per lo spettacolare Casanova (1927) di Alexandre Volkoff, con il divo russo Ivan Mosjoukine nei panni del grande avventuriero e libertino Giacomo Casanova. Il film è presentato nel nuovo restauro digitale in 4k della Cinémathèque française di Parigi.

Più che mai all’insegna della sensualità anche l’evento musicale di metà settimana, realizzato in collaborazione con la Slovenska kinoteka. Il dramma ceco Erotikon (1929) di Gustav Machatý, pietra miliare del tardo periodo muto, con l’attrice slovena Ita Rina, sarà accompagnato con la partitura del compositore sloveno Andrej Goricar eseguita da otto musicisti.

La valorizzazione del contributo delle donne alla storia del cinema, da sempre un punto fermo nei programmi delle Giornate, diventa il filo rosso di questa edizione, la sesta con la direzione di Jay Weissberg. La principale retrospettiva è dedicata all’attrice e produttrice ebrea austriaca Ellen Richter (1891-1969), poliedrica star del cinema di Weimar, popolarissima in molti Paesi, inclusa l’Italia. La maggior parte dei suoi film è purtroppo andata perduta e oggi il suo nome è quasi dimenticato, ma grazie alle ricerche degli studiosi Oliver Hanley e Philipp Stiasny alcune gemme sono state ritrovate negli archivi di Germania, Russia, Paesi Bassi e Francia. Oltre a riscoprire, nei ruoli più diversi, le straordinarie doti di attrice di Ellen Richter, la rassegna ne svela l’energica personalità anche come produttrice. Nel programma è incluso Der Juxbaron (1926/27), un film da lei prodotto ma non interpretato, in cui compare invece una Marlene Dietrich agli inizi della sua leggendaria carriera divistica.

Quale riconoscimento dell’immenso contributo e del ruolo fondamentale che le donne hanno avuto nella formazione dell’industria cinematografica d’oltreoceano, si inaugura quest’anno una rassegna biennale dedicata alle sceneggiatrici americane, dominatrici assolute nel campo. Il loro multiforme talento si espresse non solo in film romantici e di famiglia ma in ogni altro genere, dai western ai film di guerra, dai gialli ai drammi polizieschi. Fra i nomi celebrati in questa prima parte, Anita Loos, Beulah Marie Dix, Dorothy Yost, che lavorarono con grandi registi quali John Ford e Cecil B. DeMille e legarono il loro nome al successo di star come Douglas Fairbanks e Constance Talmadge.

Sempre sul fronte femminile si segnala il ritorno delle “Nasty Women”, l’allegra banda di comiche anarchiche che si ribellano alle convenzioni e ai ruoli di genere. La nuova serie, sempre a cura di Maggie Hennefeld e Laura Horak, comprende soprattutto cortometraggi francesi e americani dal 1899 al 1914 che vedono protagoniste, fra le altre, le beniamine del pubblico Rosalie (Sarah Duhamel) e Cunégonde (Little Chrysia).

Negli ultimi decenni, ben prima dell’exploit di Bong Joon-ho con Parasite nel 2019, un folto gruppo di registi sudcoreani capeggiati da Kim Ki-duk ha conquistato l’attenzione dei maggiori festival internazionali. Della storia del cinema coreano però si conosce pochissimo anche perché pochissimo è sopravvissuto. Grazie a Sungji Oh del Korean Film Archive di Seoul e al direttore del Filmmuseum di Monaco, Stefan Drössler, le Giornate offrono la rara occasione – probabilmente la prima fuori dai confini nazionali – di scoprire alcuni preziosi film muti coreani arrivati fino a noi.

Fra le altre proposte di questa 40a edizione, i film australiani con l’atletica star di caratura mondiale Snowy Baker, un’anticipazione della retrospettiva “Ruritania” (fissata per il 2022) con il film italiano All’ombra d’un trono di Carmine Gallone, con la diva Soava Gallone. Non mancheranno titoli del canone e molte sorprese dai ritrovamenti e i nuovi restauri che gli archivi cinematografici nazionali e internazionali presenteranno a Pordenone. Fra questi anche la Lobster Films di Parigi, che con il nuovo restauro dell’ultimo film di Max Linder, Il re del circo (Max, der Zirkuskönig, 1924) ci riporterà là dove tutto è cominciato.

Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.

Info: www.giornatedelcinemamuto.it

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