Le Variazioni Goldberg di Tabori al Teatro Stabile Sloveno

Gli intriganti segreti della nota partitura di Bach, le «Variazioni Goldberg», sembra si riverberino senza soluzione di continuità nella piece teatrale scritta da George Tabori nel 1991 e messa in scena in questi giorni al Teatro Stabile Sloveno di Trieste.

Tabori, ebreo di origine ungherese, è stato attore e regista dal talento versatile, formato alla scuola di Brecht e in contatto con i grandi nomi del teatro e del cinema del suo tempo. Qui siamo davanti ad un capolavoro di estrema dissacrante finezza, come solo l’autoironia tipica della cultura yddisch riesce a ricamare sopra e oltre il testo della Bibbia.

Un’improbabile compagnia di attori, in tournée a  Gerusalemme, sta provando un nuovo spettacolo che narra fedelmente gli episodi salienti della storia sacra. Il regista della bizzarra produzione, ruolo brillantemente sostenuto dal grande Vladimir Jurc, è Jay, un uomo particolarmente attratto dalle belle donne e fiero del proprio spirito creativo. Non si può fare a meno di notare, che il nome del personaggio ha in sé due delle lettere che compongono il nome di Dio rivelato al popolo eletto. È lui l’artefice e il direttore, l’alter ego del Creatore stesso. Goldberg, invece, ebreo ortodosso polacco, è il suo assistente.

Ben presto il ruolo di quest’ultimo si trasforma e da aiutoregista che lavora ai margini, cercando di far girare tutti gli ingranaggi secondo le indicazioni del suo capo, diventa protagonista involontario del dramma esistenziale che si consuma fra citazioni talmudiche e versetti della Torah.

È un gioco di specchi, quello che Tabori elabora: Dio e l’Uomo, l’uomo e l’ebreo, l’ebreo e il mondo, il mondo e Dio. Come la circolarità speculare della composizione bachiana che a detta di molti musicologi rispecchia la relazione fra Dio e l’uomo, forse addirittura è metafora della stessa immagine trinitaria del Dio cristiano, così l’opera di Tabori sembra indagare sulla relazione stessa esistente fra Dio e l’umanità tutta dipinta nel personaggio di Goldberg, interpretato in modo magistrale da Tadej Pišek.

Si inizia con la creazione, dalla luce del primo giorno alla donna plasmata dal fianco di Adamo, per passare attraverso il fratricidio di Caino alla caduta di Adamo ed Eva. Non c’è un ordine cronologico nell’esposizione, per quanto i riferimenti testuali siano fedeli alla lettera: così prima viene Mosè e il vitello d’oro e poi il sacrificio di Isacco. Ci si accorge subito che il fil rouge non è la narrazione in sé, ma il racconto di un Dio che sfugge alle regole della propria eccedenza e che afferma contro ogni aspettativa umana, la necessità di essere un protagonista immanente della vita, sporco di terra e di corpo. Chiarificante è il rifiuto  di Goldberg di una simile idea di divino: «il mio posto è qui sul palcoscenico, il tuo è dietro le quinte!».

Sette episodi, come sette sono i giorni della creazione, passando per il dramma di Giona che inutilmente cerca di ribellarsi alla volontà del Creatore e finisce con l’essere ingoiato da quella balena bianca che Acab insegue nell’illusione di decidere del proprio destino. Climax degno del sarcasmo yddisch, è l’episodio conclusivo con la crocifissione del «ragazzo ebreo». E poi tutto può ricominciare, nella circolarità virtuosa di un’«Aria da capo» che non sarà mai la stessa di quella esposta in principio, perché la creatività della vita è sconfinata come l’infinito di Dio.

La regia di Robert Waltl e il suo team creativo hanno permesso al testo di Tabori di esprimersi con dichiarata freschezza e i chiaroscuri dei brani affidati alla musica elaborata da Tamara Obrovac hanno creato quella giusta patina retrò capace di far cogliere il complesso sottotesto fatto di ironica denuncia politica e sociale. Accanto ai due protagonisti maschili, la verve di Nikla Petruška Panizon, lo charme di Saša Pavlin Stošić e la classe di Maja Blagovič. Ottimi Primož Forte, Jernej Čampelj, Jose, Franko Korošec. Tutti impegnati in più di un ruolo e carichi di tanta contagiante energia. Un successo di pubblico alla prima, che si preannuncia si reitererà per tutte le repliche fino a sabato 23 marzo, sempre con i sopratitoli in lingua italiana.  

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