Nel centenario di Basaglia il docufilm: “50 anni di CLU” della regista Erika Rossi inaugura il Trieste Film Festival

Trieste – Nel 2024 che festeggia il centenario della nascita di Franco Basaglia (11 marzo), CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia per la prima volta racconta la sua storia in un documentario diretto dalla regista Erika Rossi, “50 anni di CLU”, che si presenta in anteprima assoluta a Trieste Film Festival sabato 20 gennaio, alle 16 al Teatro Miela.

Sarà successivamente proiettato proprio in occasione delle celebrazioni per i 100 anni della nascita di Franco Basaglia, il 15 marzo 2024, nel comprensorio dell’ex Ospedale Psichiatrico e in ulteriori sedi, per ricordare la portata di una rivoluzione scientifica che ha messo la persona e i suoi diritti al centro della cura. Scritto con il giornalista e autore Massimo Cirri – che nel film è Cicerone d’eccezione all’avventura di CLU – il documentario, frutto del lungo impegno di Erika Rossi intorno alla rivoluzione scientifica di Basaglia alla quale ha dedicato altri tre film, ci proietta fra gli anni ruggenti della fondazione della Cooperativa Lavoratori Unti e un presente che rinnova ogni giorno l’eredità e le aspettative della nascita di CLU. Prodotto da Ghirigori, realizzato con la fotografia di Daniel Mazza e il montaggio di Beppe Leonetti e con le musiche della Max Maber Orkestar.

Parlano via via nel documentario anche Augusto Debernardi, Giovanna Del Giudice, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Gigi Bettoli, Fabio Pitucco, Roberto Colapietro, Ivan Brajnik, Luis Carlos Candelo, Franco Zanin, Sabrina Domanelli, Garina Oprea, Gioia Poffo, Francesco Trombetta, Mario Cerne, Carmen Roll, Donatelle Grizon, Alessandro Martellos, Luisa Russo, Gianluca Rampini, Marco Nicola, Genziana Polacco, Dagmar Trinajstic, Maria Marian, Mario Stanovich, Diego Doronzo, Alberto Pecorari, Pasqualino Galdo e Gian Luigi Ramos.

Con la sua squadra Basaglia aveva iniziato a smontare le regole oppressive che disciplinavano la vita dei pazienti, per avviare un processo di reintegrazione sociale capace di restituire a ciascuno la piena dignità di cittadino. Ma la strada per la riabilitazione psicosociale degli internati nell’ospedale psichiatrico passava anche, e soprattutto, attraverso il riconoscimento dei pieni diritti di lavoratore: così, il 16 dicembre 1972, dopo un difficile iter burocratico e un complesso confronto con le istituzioni e il tribunale, nasceva ufficialmente a Trieste la prima cooperativa sociale al mondo, CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia, costituita da 28 soci: accanto a 16 pazienti dell’ospedale psichiatrico, come tali privi di diritti civili e politici, figurava un drappello di medici, infermieri, sociologi e psicologi. Da allora, in migliaia di luoghi in Italia, migliaia di cooperative sociali – oltre 20.450, secondo stime dell’ottobre 2023 – fanno impresa, tutti i giorni, per tenere insieme lavoro, dignità, relazioni tra le persone.

Erika Rossi firma con questo film il racconto di una delle realtà più interessanti e meno conosciute nate in seno alla Trieste di Franco Basaglia, in quella «Fucina di libertà, possibilità e idee nuove che fu l’ex Ospedale psichiatrico a partire dagli anni Settanta. Non solo 50 anni fa i malati ritrovarono la loro identità in quanto persone – spiega la regista- ma rivendicarono il più sacrosanto dei diritti: quello del lavoro, che è quanto più contribuisce a definire le persone nel consesso sociale».

Testimone attento di questa grande storia di cambiamento, Massimo Cirri osserva che «La storia della CLU ci riguarda tutti, in un mondo che non sembra mai considerare gli ultimi come una risorsa. È una storia che non è ancora finita, con protagonisti da conoscere e ascoltare, perché dimostrano che cambiare il mondo è ancora possibile, un po’ alla volta, giorno per giorno». Anche, Nicoletta Romeo, Direttrice di Trieste Film Festival, dichiara: «Siamo felicissimi di poter presentare in anteprima assoluta il nuovo lavoro di Erika Rossi, un’autrice da sempre attenta alla socialità e ai diritti di quell’umanità dolente che popola tutti i suoi documentari dedicati all’universo basagliano».

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