Personale fotografica di Diego Salvador all’Hilton di Trieste

Trieste – Venerdì 18 giugno alle ore 18.00 presso l’Hilton di Trieste, s’inaugura la personale di Diego Salvador “Tracce: i cambiamenti Climatici”, che si potrà visitare sino al 2 luglio.

Quello di Salvador non è semplicemente un progetto fotografico. La fotografia è il mezzo, il pretesto per indagare un tema importante e di grande attualità quello dei cambiamenti climatici.

A portarci su questi contenuti che smuovono l’opinione pubblica, ora più che mai, e fanno vibrare la sensibilità del pubblico si evidenzia la mostra di Diego Salvador.
L’autore ha cercato di tradurre in immagini il futuro che ci attende inevitabilmente, se non cambieremo rotta. Un appello alla riflessione collettiva del bene comune rappresentato dall’ambiente in cui viviamo e di quello di cui si può godere gratuitamente.
L’obiettivo che l’autore intende perseguire non è quello di documentare il deterioramento ambientale, ma piuttosto quello di stimolare la percezione dell’osservatore. Come lo fa? Attraverso immagini astratte e una rappresentazione puramente idealizzata e priva di elementi di realtà.

Negli scatti è iscritta la mission della mostra restare sentinelle del nostro ambiente affinchè “del nostro mondo non restino soltanto tracce, prive di bellezza e di significato.

Ogni serie di 4 immagini può essere letta da sinistra verso destra, o al contrario, da destra verso sinistra, a seconda della direzione che ispirerà le nostre azioni e che determinerà quindi il nostro futuro.
L’emersione graduale dei pixel nelle immagini fotografiche dei paesaggi rappresenta simbolicamente il degrado iniziale con la perdita della consistenza fisica e strutturale delle componenti del nostro pianeta come i terreni, i corsi d’acqua, i mari. Dall’altro lato l’infittirsi delle linee verticali nelle immagini urbane rappresenta la segmentazione e l’indebolimento delle componenti figurative delle costruzioni architettoniche. Se lasceremo trascorrere il tempo senza adottare provvedimenti ed azioni efficaci per contrastare il degrado ambientale, l’ambiente degradato non potrà più restituirci le tonalità dei colori che conosciamo per arrivare progressivamente ad una sorta di bicromatismo che caratterizza forme oramai prive di qualunque forza identificativa.

La tecnica fotografica che lo contraddistingue fin dagli esordi è il mosso. Mosso verticale per rappresentare il degrado dell’ambiente urbano, e mosso orizzontale per rappresentare quello dei paesaggi.

Anche la Biennale Architettura inaugurata da poco a Venezia ci rappresenta con diverse installazioni le questioni ambientali come ad esempio l’innalzamento dei mari, o l’utilizzo indiscriminato della plastica che permane nell’ambiente indefinitamente.

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