“Pigiama per sei” di Marc Camelotti con la regia di Marco Rampoldi al Teatro Bobbio a Trieste

Trieste – In cartellone alla Contrada, da giovedì 3 a domenica 6 febbraio, al Teatro Bobbio una commedia esilarante, presentata con successo in prima nazionale al 55° Festival teatrale di Borgio Verezzi,  che vedrà come protagonisti una serie di attori di spicco come Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio, Max Pisu, Roberta Petrozzi e Rufin Doh. Il titolo dello spettacolo è “Pigiama per sei” di Marc Camelotti, con la regia di Marco Rampoldi, con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu e Rita Pelusio.

La commedia presenta il più classico dei triangoli: lui, lei, l’altra. Che diventa un rombo, nel momento in cui si scopre che il vecchio amico, invitato dal marito per fungere da alibi durante l’incontro clandestino con l’amante, è a sua volta l’amante della moglie. Ma la figura diventa un poligono complesso, allorché la cameriera mandata da un’agenzia, complice il destino beffardo che vuole che porti lo stesso nome, viene scambiata per l’amante del marito dall’amico, ma è costretta a interpretare il ruolo di amante di quest’ultimo agli occhi della moglie, che è ovviamente gelosa, ma non può svelarsi finché ognuno è costretto a interpretare un ruolo diverso a seconda di quali siano le persone presenti nella stanza, in un crescendo turbinante di equivoci e risate.

“Pigiama per sei” è il tipico meccanismo perfetto. Un testo in cui lo spettatore si appassiona, immedesimandosi involontariamente, per capire come i vari personaggi riusciranno a trovare soluzioni a situazioni che diventano via via più intricate, fino allo scioglimento dovuto all’arrivo di un ulteriormente inaspettato (e pericoloso) deus ex machina.

Questo lavoro di Marc Camoletti, noto per aver scritto esilaranti ‘vaudeville moderni’, portati al successo da grandi interpreti, presenta l’inedita coppia comica formata da Antonio Cornacchione e Max Pisu.

A dirigerli Marco Rampoldi, che da molti anni ha concentrato il proprio lavoro su percorsi in cui sfruttare la naturale forza comunicativa di chi ha frequentato il cabaret. Accanto a loro le figure femminili di Laura Curino, anch’essa abituata ad avere un rapporto di grande legame con la sala per il suo fondamentale percorso nel teatro di narrazione, e Rita Pelusio, capace di passare con facilità dalla leggerezza dei personaggi televisivi, al forte impegno sociale di lavori quali Ferite a morte di Serena Dandini.

 

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