Polizia di Stato: positivo il bilancio di fine anno per le attività di controllo alle frontiere

Trieste – Il 2017 è stato un anno di risultati concreti e positivi per il Settore Polizia di Frontiera di Trieste, diretto dal dott. Antonio Grande, sotto la regia del Direttore della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dott. Paolo Gropuzzo, già Vicario della Questura di Trieste.

I numeri, resi noti nei giorni scorsi, parlano chiaro: 4574 sono state le pattuglie impiegate, 75329 le persone identificate, 24626 i veicoli controllati, 80 gli arresti e 660 le denunce. Sono stati fermati 451 migranti irregolari, prevalentemente afghani, iracheni e pakistani, e di questi 67 sono stati immediatamente riammessi in Slovenia secondo i vigenti accordi bilaterali. 85 persone, tra extracomunitarie e comunitarie, sono state respinte durante i controlli alla frontiera temporaneamente ripristinati in occasione del Vertice G7 di Taormina (10-30 maggio 2017). Infine sono stati sequestrati oltre 2500 articoli di provenienza delittuosa.

Prosegue ormai da due anni, con reciproca soddisfazione, nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, la collaborazione con il personale militare del Reggimento Piemonte Cavalleria, alle dipendenze del Colonnello Stefano Santoro. Una collaborazione, questa, che coniuga nel migliore dei modi le diverse professionalità ed esperienze, anche umane, delle due Istituzioni dello Stato, rafforzandone ulteriormente i legami di amicizia. Oltre che nelle quotidiane attività operative nelle zone di confine, il personale militare è stato di grande supporto lo scorso maggio durante la temporanea sospensione del Trattato di Schengen.

Ottima è stata la collaborazione non solo con la locale Questura e gli altri Uffici della Polizia di Stato presenti nella Provincia, ma anche con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. Frequenti ed efficaci sono stati i contatti con i Centri di Cooperazione di Polizia di Thörl-Maglern, Modane e Oradea. Inoltre, nei numerosi casi di sequestro di merce contraffatta o di origine delittuosa, il Settore si è avvalso dell’esperienza e della professionalità della locale Agenzia delle Dogane.

Rimangono eccellenti i rapporti con le Forze di Polizia slovene e croate. In particolare, il Nucleo Investigativo del Settore vanta una collaborazione più che collaudata con la Polizia della vicina Repubblica di Slovenia; una collaborazione che negli anni ha portato a brillanti risultati di risonanza internazionale, specialmente per quanto riguarda l’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

Esattamente un anno fa è stato sottoscritto a Trieste dall’allora Direttore della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dott.ssa Irene Tittoni, e dal Direttore della Direzione di Polizia di Capodistria, dott. Danimir Rebec, l’Accordo di Intesa per la vigilanza coordinata della comune fascia italo – slovena nelle Province di Trieste e Capodistria. In vigore dal 1° gennaio 2017 per un periodo di tre mesi, l’Accordo è stato poi prorogato per altri due mesi, fino al 31 maggio 2017, e per entrambe le parti si è rivelato uno strumento di indubbia efficacia operativa in una zona geograficamente strategica per il transito di migranti irregolari.

Tra i compiti di esclusiva competenza della Polizia di Frontiera di Trieste rientrano l’esecuzione delle estradizioni (attive e passive) e delle riammissioni senza formalità alla frontiera comune di cittadini di Paesi terzi che non soddisfano i requisiti per l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.

Ecco in dettaglio il bilancio dell’attività operativa.

Ad eccezione di undici latitanti ricercati a livello europeo ed estradati dalla Slovenia, tutti gli altri arrestati sono stati identificati a bordo di autovetture o autobus di linea in entrata o in uscita Stato durante le attività di retrovalico, cioè attività mirate al contrasto della criminalità transfrontaliera – in particolare dell’immigrazione illegale e del traffico di droga – nonché all’individuazione di eventuali foreign fighters. I soggetti arrestati erano in prevalenza destinatari di un ordine di carcerazione o di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per delitti contro il patrimonio, la persona e la fede pubblica, per traffico di sostanze stupefacenti e psicotrope nonché per sfruttamento della prostituzione.

Altre 14 persone sono state arrestate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altre ancora per evasione, furto in abitazione, possesso di documenti falsi, contrabbando di tabacchi lavorati esteri e resistenza a pubblico ufficiale.

Tra gli arresti di rilevanza nazionale si segnala la cattura di un 40enne cittadino italiano che a Livorno stava scontando la pena di trent’anni di reclusione per omicidio e che la scorsa estate, alla fine di un permesso premio di dieci giorni, non era rientrato in carcere. Il connazionale si era concesso con la propria compagna una lunga vacanza all’estero, ma al rientro in Italia è stato identificato a bordo di un autobus di linea slovena proprio durante le consuete attività di contrasto alla criminalità transfrontaliera.

Sempre nel corso delle attività di retrovalico è stato recentemente arrestato a Fernetti, dopo cinque anni di latitanza, un 36enne trafficante di droga albanese che deve espiare un cumulo di pene di sette anni di reclusione. Il cittadino extracomunitario, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna, stava uscendo dal Paese alla guida di un’autovettura con targa romena, quando è stato fermato per un controllo da una pattuglia. L’atteggiamento particolarmente nervoso del conducente ha insospettito gli agenti che hanno, quindi, approfondito gli accertamenti sulla sua identità.

La scorsa primavera, in seguito a indagini particolarmente delicate e complesse svolte dal Nucleo Investigativo del Settore, è stato catturato da personale della Questura di Parma un sospetto foreign fighter di nazionalità tunisina. Il cittadino extracomunitario era stato, infatti, condannato nel capoluogo giuliano alla pena di oltre tre anni di reclusione per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Vista la posizione geografica in cui opera il Settore, è proprio l’immigrazione clandestina uno dei più pressanti fenomeni di criminalità transfrontaliera, che – come già sopra ricordato – può essere combattuto con successo solo grazie alla sinergia di diverse professionalità.

Le denunce in stato di libertà riguardano per la maggior parte la violazione della normativa sull’immigrazione e l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, seguono i delitti contro il patrimonio e la fede pubblica, quindi la detenzione illecita di sostanze stupefacenti e psicotrope.

Anche quest’anno il materiale sequestrato è stato ingente ed eterogeneo: da veicoli a batterie al piombo esauste, da accessori di abbigliamento a coltelli da cucina, da gioielli e occhiali da sole a vari dispositivi elettronici (telefoni cellulari, navigatori satellitari, tablet, jammer). Si tratta di articoli provenienti da attività delittuose o comunque di origine sospetta. Altri sequestri riguardano documenti falsi (patenti di guida, carte d’identità, passaporti, carte di circolazione, permessi di soggiorno), schede SIM, tabacchi lavorati esteri e sostanze stupefacenti.

In particolare si segnalano due episodi in cui sono stati sequestrati, sempre nell’ambito delle attività di retrovalico, rispettivamente oltre due chilogrammi di hashish e 46 ovuli di eroina per un peso complessivo lordo di circa 630 grammi. L’involucro contenente l’hashish è stato rinvenuto nel bagaglio di un 60enne cittadino serbo, già espulso dal Prefetto di Trieste, che viaggiava a bordo di un autobus slovacco con destinazione Vienna. Gli ovuli di eroina sono, invece, stati scoperti in un cartone di succo di frutta nel bagaglio di un altro cittadino serbo, un 36enne passeggero di un autobus sloveno diretto a Trieste.

 

 

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