S/paesati compie vent’anni e rinnova il suo impegno con eventi sul tema delle migrazioni

Compie vent’anni quest’anno S/paesati – eventi sul tema delle migrazioni e a rendere questo traguardo significativo ma non celebrativo, come sottolineano i curatori della rassegna, saranno i tanti eventi proposti.
Si alterneranno appuntamenti che ben valorizzano la mission e l’intento della rassegna sintetizzata nella frase del filosofo giapponese Daisaku Ikeda : “Gli sforzi per avvicinare e coinvolgere le persone nel dialogo con l’obiettivo di promuovere la reciproca comprensione e avvicinare culture diverse possono apparire come una cosa ordinaria. Tuttavia si tratta di una sfida coraggiosa per creare una nuova era nella civiltà umana”, come ricorda la locandina che promuove la rassegna.

Un traguardo importante, questi vent’anni, che sta a significare come i temi dello spaesamento, dei fenomeni migratori, della globalizzazione, dei cambiamenti della società siano argomenti che appassionano i cittadini e le cittadine di Trieste e della regione Friuli Venezia Giulia.
Ad aprire la rassegna, martedì 1 ottobre alle ore 19.30 al Teatro Miela, sarà l’evento “Tre manoscritti”, performing reportage della fotografa polacca Monika Bulaj, che ci condurrà attraverso i mondi sulla via della seta, in cui le culture e le religioni si mescolano e si confondono. Con questo spettacolo in cui si combinano la parola e l’immagine, ribadiamo l’attenzione per la fotografia, che è stata una costante di S/paesati sia nella scelta dell’immagine annuale del festival, sia per le mostre che si sono susseguite nelle varie edizioni.

Non mancheranno le mostre fotografiche a dar luce alla rassegna con: Imaginary Mountains della fotoreporter Linda Dorigo, che ci racconterà le radici comuni del mondo della montagna, connettendo la sua dimensione montana carnica con quella del popolo curdo, insieme ai giornalisti Luca Mattiucci e Lorenzo Cremonesi (inviato del Corriere della Sera) con loro si approfondirà il significato della montagna non solo nella nostra tradizione, ma anche in quella di altri paesi; e la mostra “Dentro l’esodo” di Emanuele Confortin, che ha raccolto in un volume le immagini intense e drammatiche dei profughi in fuga dalla Siria e da altri paesi in Grecia sulla rotta balcanica, introdotto dalla giornalista Lilli Goriup.
Con lo spettacolo “Il paese che non c’è” ritornerà lo straordinario attore pugliese Fabrizio Saccomanno, già interprete di “Gramsci”, con Gianluigi Gherzi, attraverso la cui narrazione drammatica conosceremo meglio la storia del popolo curdo.

Orari e programma completo è consultabile al sito www.miela.it

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