Secondo decesso da febbre West Nile in Friuli Venezia Giulia. Cosa sappiamo del virus

Pordenone – Secondo decesso per West Nile: un uomo di 69 anni di Prata di Pordenone, con gravi patologie preesistenti, ricoverato con febbre alta determinata dal virus, è deceduto nella mattinata dell’8 settembre nel reparto di Medicina dell’ospedale di Pordenone.

“Si tratta – ha detto il direttore generale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 5 ‘Friuli Occidentale’, Giorgio Simon – del primo caso di decesso a Pordenone da virus West Nile”. Il virus, “ha aggredito una persona che, purtroppo, manifestava già una condizione di salute molto precaria”.

In merito il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha spiegato che “come per il precedente caso, si tratta di un decesso provocato da altre patologie sulle quali è intervenuta anche l’infezione da West Nile”.

“Come già affermato – ha precisato Riccardi – la situazione rimane sotto l’attento controllo del Servizio sanitario regionale, senza alcun grado di allarme. Porgo, sia da parte della Regione sia personalmente le più sentite condoglianze alla famiglia”.

Complessivamente, sono meno di venti le persone che sono state contagiate dal virus in Friuli Venezia Giulia.

Cosa sappiamo del virus

Il virus fa parte della famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile.

La famiglia Flaviviridae prende il nome dal virus della febbre gialla, un virus di questo tipo; flavus significa giallo in latino. Esistono circa 60 specie di virus che fanno parte del gruppo Flaviviridae. Sono trasmessi principalmente da Culicidae (zanzare) e Ixodida (zecche).

Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I portatori del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.

La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 giorni.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona.

Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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