Speciale elezioni politiche del 25 settembre: in FVG depositate 21 liste. Tutte le scadenze

FVG – Entra nel vivo la corsa verso le elezioni politiche del prossimo 25 settembre, dalle quali ci separa poco più di un mese. Ecco le tappe che ci porteranno alla data stabilita.

Ricordiamo che nella prossima legislatura ci saranno 400 deputati e 200 senatori eletti, contro gli attuali 630 e 315.

La consegna delle liste

Sono 21 le liste depositate alla Corte d’Appello di Trieste per le elezioni del 25 Settembre alle 20 di lunedì 22 agosto, allo scadere dei due giorni previsti.

Parte ora la verifica dei documenti da parte del Tribunale di Trieste.

Entro il 22 agosto i partiti erano chiamati a depositare presso gli uffici elettorali le liste dei candidati nei collegi plurinominali e i nomi dei candidati nei collegi uninominali per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, prevista per il prossimo 25 settembre.

Lo scorso 18 agosto i partiti e i gruppi politici organizzati che intendevano presentare le liste di candidati hanno consegnato al Ministero dell’Interno i contrassegni da inserire nella scheda elettorale.

Ai 70 inizialmente ammessi, se ne sono aggiunti altri 5 tra i 14 simboli per i quali il 16 agosto scorso erano state richieste modifiche. Ci sono così 75 contrassegni ammessi, su un totale di 101 presentati. I simboli esclusi possono presentare ricorso in Cassazione, che entro domenica 21 dovrà emettere la decisione definitiva.

I contrassegni sono destinati a contraddistinguere le liste nei singoli collegi plurinominali e i candidati nei singoli collegi uninominali.

Le firme indispensabili per la convalida delle liste

Entro due giorni, quindi, è stata completata la raccolta delle firme per convalidare le liste. Il numero di sottoscrizioni richieste è legato al numero di collegi plurinominali definiti nella legge elettorale e diminuiti dopo i tagli del numero dei parlamentari.

Prima del 2020 servivano, sia ad un partito che ad una coalizione, per i 63 collegi plurinominali alla Camera e per i 33 del Senato almeno 1.500 e non più di 2.000 sottoscrizioni da parte di elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale.

Dopo il taglio dei parlamentari i collegi plurinominali per la Camera sono scesi a 49 e quelli per il Senato a 26. Per potersi presentare su tutto il territorio nazionale servirebbero, quindi, circa 73.500 firme.

La legge dice però che “in caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà”, dunque 750 firme per ogni collegio plurinominale.

Era necessario quindi raccogliere complessivamente 56.250 firme (36.750 per la Camera e 19.500 per il Senato); ma visto che chi firma per la Camera lo fa anche per il Senato, la soglia è di 36.750 persone che firmino le liste. Sottoscrizioni che devono essere autenticate da funzionari pubblici o notai e avvocati.

Nel decreto Elezioni, varato dal Governo il 5 maggio scorso, sono previste delle esenzioni: l’articolo 6 bis del provvedimento stabilisce che possono presentare le liste senza raccogliere le firme “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021”, dunque Pd, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, M5s, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia.

L’ordine dei contrassegni sulle schede

Il numero d’ordine da assegnare ai contrassegni sulle schede elettorali sarà stabilito in seguito, dopo la presentazione delle liste, tramite sorteggio effettuato da ogni ufficio centrale circoscrizionale per la Camera dei deputati, e da ogni ufficio elettorale regionale per il Senato della Repubblica, alla presenza dei delegati di lista.

Competizione interna ai partiti ed ai gruppi e campagna elettorale

Fino alla consegna delle liste si è svolta una serrata competizione interna ai partiti e gruppi, che li ha portati a decidere la collocazione dei singoli candidati all’interno delle liste stesse.

L’attuale sistema elettorale, infatti, è tale per cui per i candidati è possibile individuare con una buona approssimazione quali sono le posizioni “sicure” o “quasi sicure” nei collegi e nei listini.

Da lunedì 22 inizierà la campagna elettorale vera e propria.

Quando si insedia il nuovo governo?

Ad elezioni avvenute, la prima riunione delle nuove Camere è fissata al 13 ottobre. Andranno designate tutte le cariche parlamentari. Ciascuna Camera eleggerà quindi fra i suoi componenti il Presidente e l’Ufficio di presidenza.

Solo dopo tali adempimenti inizieranno le consultazioni e si giungerà all’incarico del nuovo Presidente del Consiglio.

In tutto questo frattempo resta in carica il governo Draghi: l’articolo 92 della Costituzione prevede infatti che il nuovo governo entri in carica soltanto dopo il giuramento dei ministri.

Andando a consultare la storia delle legislature italiane, si scopre che per formare un nuovo governo dopo le elezioni non ci sono voluti mai meno di 25 giorni. Nel 2018 ci sono voluti 88 giorni di attesa.

L’attuale compagine governativa, quindi, ha una prospettiva di durata ancora, prevedibilmente, piuttosto lunga.

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