“Suonarecantare”: la rassegna cantautorale – Intervista a Alessandro Castorina

Trieste – La prima rassegna cittadina “Suonarecantare”, per il suo terzo appuntamen-to – dopo aver fatto sold out con Giovanni Zacchigna e Massimo Serli – ospita la cantautrice di origine goriziana, Paola Rossato, che promette un nuovo sold out per la serata di venerdì 10 febbraio, con inizio alle ore 19.30, sempre nello spazio di Arcolab (via del Trionfo 1 – adiacente a piazzetta Barbacan).
Rossato, ha ricevuto riconoscimenti in numerosi Premi cantautorali nazionali, come “Premio Bianca d’Aponte”, “Botteghe d’autore”, “Premio Lunezia” e molti altri.
Parte dei suoi brani costituiscono il suo primo album, “Facile”, finalista alle Targhe Tenco e premiato dal M.E.I. come miglior disco d’esordio femminile del 2018.
I concerti di Paola sono dei viaggi emozionali che fanno sognare, riflettere e divertire, “Scelgo la musica – sottoliena Paola – perché ho trovato un modo per risollevarmi nei momenti difficili, perché è il mio modo per farmi ascoltare e per sentirmi vibrare. Il mio obiettivo è continuare a scrivere canzoni e andare avanti in questo percorso al meglio delle mie possibilità”, per chi volesse approfondire (www.paolarossato.it).

Curiosi di scoprirne di più abbiamo dialogato con Alessandro Castorina – musicista basso elettrico ed acustico e vicepresidente dell’Associazione “Illiryamusic”, nonchè ideatore della Rassegna “Suonare cantare” insieme a Miriam Baruzza, presidente dell’associazione.

Una rassegna che ci avvicina a cantautorati di memoria nazionale e che da molto non si vedono e non si sentono in giro per l’Italia. “Suonarecantare” ci fa sperimentare un’ atmosfera unica, da vivere con tutti i sensi, ci racconti la genesi?
Abbiamo fortemente voluto questa rassegna, era da tempo che ci girava in testa questa idea. Volevamo creare uno spazio per gli autori della nostra zona, un luogo raccolto e quasi intimo dove raccontarsi in musica, dove il pubblico e gli artisti potessero “mescolarsi” e socializzare.
Abbiamo riscontrato la mancanza di spazi e supporto adeguati per chi compone musica propria ed indipendente, desideravamo quindi dare vita ad un “luogo ideale” all’interno del quale dare voce a tutte quelle realtà locali che formano un “fertile sottobosco artistico”, spesso poco visto e conosciuto, ma di qualità indiscutibile.

Oltre all’aspetto musicale ed artistico, ciò che più ci interessava era creare un collettivo di autori che lavorassero insieme, i quali, oltre alla promozione personale, facessero veramente “squadra” supportandosi e promuovendosi a vicenda, coinvolgendoli anche nell’organizzazione. Infatti mentre ci si addentrava nelle fasi organizzative, condividendone i vari passaggi e la comprensione dell’idea di fondo è via via cresciuta, ed è stata assimilata e digerita direi perfettamente.

Anche il luogo, lo spazio era fondamentale per creare la giusta atmosfera, quello che avete scelto sembra essere stato amore a prima vista, o sbaglio?

Assolutamente sì. Avevamo in mente un luogo raccolto e di dimensioni ridotte, accogliente, quasi un piccolo club dove il pubblico potesse davvero concentrarsi sull’ascolto e cogliere appieno le sfumature di note e parole, con la precisa intenzione di “spogliare” quasi le canzoni, farne trasparire l’essenza, solo parole e pochi strumenti… Volevamo però anche un luogo gestito da persone con le quali poter lavorare insieme, mosse dallo stesso spirito di collaborazione. E “Arcolab”, aveva tutte le caratteristiche che cercavamo ed in più una connotazione “coworking”.

Ci racconti qualcosa della vostra associazione?

L’associazione nasce con lo scopo di promuovere la musica e le arti in generale come linguaggio universale comune a tutti i popoli, con sostegno agli autori/artisti della scena locale transfrontaliera, regionale e internazionale con particolare attenzione al territorio dell’ Alpe Adria, ricco di tradizioni culturali e linguistiche diverse: giuliani, friulani, sloveni, carnici e carinziani, senza per questo voler omologare le popolazioni in un modello comune. Piuttosto valorizzandole nella loro diversità come patrimonio di una nuova Europa.

La radice Illirya viene scelta per la caratteristica di queste terre, parte della più vasta Illiria, anticamente crocevia di popoli e culture, mescolanza di sangue e lingue. Il rimando a tale molteplicità non vuole essere una scelta solamente artistica o etnografica, ma anche farsi portavoce di un messaggio più profondo di unità nelle diversità, di pace e di convivenza.
Quindi “Illirya” intesa non come mera identificazione in un’area geografica, ma come ideale, un luogo dell’anima senza precisi confini, con l’assoluta libertà di poter attraversare i tempi e le culture, senza per questo doversi riconoscere in un ambito ristretto.

Ricordiamo i prossimi appuntamenti il 24 febbraio con Billy Curti, il 10 marzo con Frank Get e il 24 marzo con Miriam Baruzza.
Al termine della serate viene offerto un rinfresco con prodotti locali offerto da “Grow and Feed Farm”.

Prenotazione obbligatoria ai numeri: +338 4615265 Miriam; +393 4090561 Ales-sandro o illiryamusic@gmail.com ; Info al sito: http://illiryamusic.jimdosite.com

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