Svoltesi in regione le cerimonie celebrative del 78°anniversario della Liberazione

Trieste – Martedì 25 aprile, al Monumento nazionale della Risiera di San Sabba a Trieste, si è svolta la principale cerimonia celebrativa in FVG della ricorrenza del 78°anniversario della Liberazione. Altri eventi si sono tenuti nelle altre città capoluogo.

La cerimonia in Risiera

Alla cerimonia presso la Risiera di San Sabba a Trieste, accanto alle autorità locali con i rispettivi gonfaloni, erano presenti i rappresentanti e i labari di vari gruppi, Enti e delle Associazioni dei Volontari della Libertà, dei Caduti, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dei Sindacati e del Comitato Internazionale del Lager Nazista della Risiera di San Sabba.

Per la Regione Fvg, oltre al presidente Fedriga – presente nonostante nei giorni scorsi avesse annunciato un impegno familiare in concomitanza con il 25 aprile – c’era anche l’assessore regionale Pierpaolo Roberti.

Presente anche la bandiera della Brigata Ebraica che, inquadrata nella Ottava Armata dell’Esercito Britannico, contribuì alla liberazione d’Italia.

Alla presenza di un picchetto del Reggimento Piemonte Cavalleria secondo, la cerimonia è incominciata con la deposizione di una corona d’alloro da parte del prefetto di Trieste e commissario del Governo Pietro Signoriello, dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti e del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.

Altre corone sono state deposte congiuntamente a cura delle Amministrazioni di Duino Aurisina/ Devin-Nabrežina, Monrupino/Repentabor, Muggia, Sgonico/Zgonik, San Dorligo della Valle/Dolina e dai rappresentanti dei gruppi e delle Associazioni.

Sono seguiti gli interventi del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, del sindaco di Monrupino Tanja Kosmina, del vicepresidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Emilio Ricci a nome delle Associazioni dei Partigiani e Deportati, di Cristina Vascotto della UIL Trieste a nome dei sindacati.

“La resistenza – ha detto il sindaco di Trieste nel suo intervento – è patrimonio della nazione tutta, non di una fazione. In questo monumento nazionale della Risiera, come in tutti gli altri luoghi scelti in Italia per celebrare questa giornata, si partecipa liberamente senza che ci sia nessuno, tantomeno sindaci, titolati ad elargire inviti perché questa è la festa di un intero Paese che, unito, ha saputo cacciare l’invasore”.

“Il 25 Aprile non è solo ricordo e celebrazione, ma soprattutto fonte di ispirazione per progettare un futuro migliore, anche di quello che immaginarono i combattenti di allora. Antifascismo è più di un retaggio storico o di un ideale di parte, non ha nulla di divisivo perché  è un patrimonio ineludibile della civiltà occidentale, che ha partorito da se stessa il mostro nazifascista e ha saputo sconfiggerlo. Grazie a quella vittoria oggi non abbiamo dubbi: ci schieriamo contro suprematismi e nazionalismi, per i diritti e la convivenza, accanto a minoranze oppresse, a popoli aggrediti e a famiglie in fuga, a chi viene arrestato se espone cartelli bianchi, a chi in una notte viene schiacciato inerme su una piazza”. È il pensiero espresso dalla senatrice del Pd Tatjana Rojc, che ha partecipato alla cerimonia.

La celebrazione è proseguita con i riti religiosi: cattolico, officiato dal vescovo mons. Enrico Trevisi; ebraico, a cura del rabbino capo della Comunità ebraica Paul Alexandre Meloni. Per la Comunità Greco-Ortodossa il rito sarà officiato dall’archimandrita Grigorius Miliaris, per la Comunità Serbo-Ortodossa da padre Raško Radović, per le Chiese Protestanti, Gudrun Martini, rappresentante della Chiesa evangelica luterana.

Al termine si è tenuto il concerto del coro partigiano triestino – Tržaški partizanski pevski zbor “Pinko Tomažič”: Canzoni, parole e fiori per il 25 aprile.

Le cerimonie in regione

La celebrazione del 25 aprile che si è tenuta a Udine in piazza Libertà ha visto un articolato programma di interventi e eventi ufficiali alla presenza di numerose autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche e d’arma.

Si è trattato del primo impegno istituzionale del neosindaco di Udine Alberto Felice De Toni: “Sono particolarmente emozionato – ha detto tra l’altro De Toni – perché il 25 aprile non può, e non potrà mai essere, un rito vuoto, una commemorazione retorica. Il 25 aprile non è una festa che ricorda avvenimenti lontani, di cui si può discutere in maniera distaccata, distanti dalla nostra vita quotidiana. Il 25 aprile, festa della Liberazione, è alla radice stessa per cui siamo, noi, qui, oggi. Una comunità di persone libere, che vivono in una democrazia con una delle costituzioni più belle del mondo, nelle difficoltà e anche nelle contraddizioni delle democrazie contemporanee, nella complessità e nelle ingiustizie del sistema economico moderno, ma che possono liberamente decidere del proprio futuro e di se stesse. Il 25 aprile, festa della Liberazione, ci ricorda ogni anno il senso e il bene prezioso della libertà”.

A Gorizia, in piazza Vittoria, l’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari ha preso parte alla cerimonia ufficiale dell’Alzabandiera. “Quando si solleva lo sguardo verso una bandiera che sventola mentre risuona l’inno, il canto degli Italiani, si capisce come il 25 aprile – ha commentato l’assessore – non può essere una festa di parte e si può vivere l’emozione e l’orgoglio di essere parte di una nazione identitaria, ricca di storia e cultura”.

A Pordenone, a piazzale Ellero Dei Mille, l’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante è intervenuta all’Alzabandiera a cui è seguita la deposizione di una corona al monumento ai caduti e ai cippi dedicati a Franco Martelli e Terzo Drusin, partigiani uccisi dai nazifascisti in piazzale Maestri del Lavoro.

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