“Il teatro che fa il suo dovere!” Un’occasione per sensibilizzare cuore, anima e cervello al Teatro Bobbio

Trieste – Mercoledì 20 dicembre alle 18, al Teatro Orazio Bobbio, andrà in scena lo spettacolo tratto dall’attività laboratoriale “Il teatro che fa il suo dovere!”, che nasce come un’articolazione del progetto, ormai consolidato, “Il teatro che fa la differenza!”.

L’iniziativa ha visto la partecipazione di un gruppo eterogeneo di attori, persone con disabilità e non, anziani e giovani. Tutti coloro che hanno chiesto di prendere parte al progetto sono stati coinvolti senza alcun tipo di selezione. L’attività teatrale è il frutto del laboratorio teatrale in Lingua dei Segni Italiana, durato oltre 120 ore, con l’ausilio della teatroterapia, una disciplina che ha tra i suoi obiettivi quello di armonizzare corpo, voce, mente e spirito nella relazione con gli altri e con se stessi, in un’ottica di raggiungimento del benessere attraverso la creatività a mediazione teatrale.

Lo spettacolo affronta il tema dei diritti civili e dei doveri inderogabili dell’uomo, della libertà e della censura, e le conseguenze che talvolta seguono alla personale interpretazione da parte di chi vi si appella o intende applicarli. I temi e le criticità della scelta di agire secondo o contro i dettami della Costituzione sono stati al centro di una riflessione che ha coinvolto intimamente i partecipanti del laboratorio. Molti dei testi e dei racconti sono stati scritti dai partecipanti sulla base della loro esperienza e sono stati messi in scena sotto la supervisione della drammaturga Elke Burul. Con questi presupposti, si è cercato di trattare temi sensibili con gli strumenti e i mezzi della rappresentazione teatrale, attraverso personali storie di vita, a volte crude, a volte dolorose, a tratti dolci, che abbracciano la libertà di religione, di informazione, di comunicare in segretezza, di circolare, di pensiero, il diritto di denuncia e il dovere al voto, il dovere di fedeltà alla patria e al lavoro.

«Questo laboratorio si è posto come finalità la condivisione dell’esperienza teatrale e la sensibilizzazione sociale sui temi della diversità e della legalità – spiega l’attore professionista Francesco Paolo Ferrara, che è anche tecnico della Lingua dei Segni Italiana e teatroterapeuta in formazione – e lo fa raccontando le storie e le visioni anche di attori con disabilità, senza troppi peli sulla lingua, per dire a gran voce quello che ci fa soffrire, quali che siano le ingiustizie percepite e le frustrazioni davanti a una società che a fatica riesce a essere coerente con quelli che sono i diritti e i doveri di tutti noi».

Saliranno sul palco Darko Comari, Alice Ferrarese, Licia Fiorini Pizzamei, Matteo Fragiacomo, Luca Gherdol, Melita Malalan, Massimo Moretti, Salvatore Oliviero, Annalisa Perini, Fabiana Pisano, Francesca Sfreddo, Michel Tomasevich, Bruna Tonchella, Fiorella Vitalba, Sara Zanni, Fabio Zuliani.

Lo spettacolo è ideato e diretto da Francesco Paolo Ferrara con la collaborazione di Elke Burul, ed è realizzato dalla Contrada con il Patrocinio del Comune di Trieste, in collaborazione con l’Istituto Regionale “Rittmeyer” per ciechi, La Quercia Società Cooperativa sociale, l’Associazione Sklad Mitja Čuk e Duemilauno Agenzia Sociale soc.coop.onlus.

 

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