Temporali continui e grandine da record, qual è la causa del maltempo delle ultime settimane?

FVG – La nostra regione, come gran parte del Nord Italia, nelle ultime settimane è stata colpita da violenti e ripetuti temporali che spesso hanno causato ingenti danni. Dalle abitazioni scoperchiate ai campi coltivati, veicoli danneggiati e strade inagibili: questi sono solamente alcuni dei danni che il maltempo ha provocato.

Prevenire tali danni è quasi sempre impossibile (il massimo che possiamo fare è mettere la macchina al coperto), e non possiamo fare altro che attendere che il temporale faccia il suo corso per poi verificare cos’è ancora intero e cos’è stato distrutto.

Anche prevedere con precisione gli stessi eventi meteorologici avversi è difficile (perché spesso le previsioni meteo non ci azzeccano un granché!). Spesso a far più danni sono fenomeni straordinari e locali, la cui forza ed esatta posizione non è prevedibile.

Resoconto delle ultime settimane

Nelle ultime settimane si sono abbattuti nel Nord Italia diversi temporali, più o meno gravi. Anche il Friuli Venezia Giulia è stato largamente interessato da temporali e trombe d’aria che, in alcuni casi, hanno provocato notevoli disagi. I fenomeni più intensi si sono presentati nel pomeriggio o in tarda serata (dalle ore 20 alle ore 24), preceduti da giornate calde e afose. E come vedremo nel paragrafo successivo, non è un caso.

Tra gli eventi più recenti vi è il temporale del 18 luglio (abbattutosi nel tardo pomeriggio) che ha interessato diverse zone del pordenonese e della provincia di Udine. Decine le richieste di soccorso ai Vigili del Fuoco di Udine e Pordenone. Tra i danni principali vi sono stati tetti scoperchiati, alberi e pali abbattuti.

Cinquemila utenze sono rimaste senza elettricità a causa dei danni alle linee elettriche (soprattutto nella provincia di Udine). Gli interventi più impegnativi si sono svolti nelle zone del maniaghese e spilimberghese (nel pordenonese) e cividalese (nella provincia di Udine).

Ancora più distruttivo è stato il temporale nella tarda serata del 24 luglio, che ha interessato gran parte della regione (si sono registrati danni nelle province di Pordenone, Udine e Gorizia). Tra le zone più colpite vi sono quelle di Sacile, Fontanafredda e Azzano Decimo (dove si registra il record europeo per il chicco di grandine più grande). I danni sono stati pressoché uguali a quelli registrati a seguito dei temporali precedenti.

Anche il mese di agosto si è aperto con fenomeni temporaleschi e precipitazioni.

Giovedì 3 agosto a Palmanova è stato convocato urgentemente il Corem (Comitato regionale per le emergenze) presso la sede della Protezione Civile. L’incontro ha permesso ai vari enti e alle varie autorità di essere informati riguardo alla situazione delle ultime settimane. Sono state valutate anche le misure da adottare per fronteggiare l’emergenza maltempo. Numerosi anche gli aiuti esterni: le due province autonome di Trento e Bolzano hanno inviato negli ultimi giorni circa 80 uomini (alcuni già sul territorio altri in arrivo) che si uniranno ai moltissimi già al lavoro.

Qual è l’origine dei temporali? Perché quelli sul Nord Italia sono così violenti?

A preoccupare non sono i fenomeni temporaleschi in sé, poiché d’estate sono comuni. Il campanello d’allarme è la loro intensità e frequenza, in aumento. A spiegare la causa del maltempo nelle ultime settimane è Arturo Pucillo (Osservatorio Meteo di Arpa) nella puntata del 28/07/2023 del podcast dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia (Arpa FVG).

Ecco, in sintesi, l’analisi dell’Arpa: i temporali che hanno interessato il FVG (ne è un esempio quello tra il 24 e il 25 luglio scorsi) sono eccezionali. Le correnti atlantiche hanno innescato i fenomeni temporaleschi, grazie anche all’atmosfera calda e umida, a ovest rispetto al FVG (nella Pianura Padana centro-occidentale). A determinare il caldo e l’umidità è stato l’anticiclone (presente da vari giorni).

L’unione tra correnti atlantiche e aria calda e umida ha innescato un particolare tipo di temporale, detto a “supercella”.  La supercella è il temporale in assoluto più pericoloso e potente, raro in queste zone. Al suo interno contiene un mesociclone, ovvero una corrente ascensionale in rotazione continua.

I supercella sono molto intensi e sono caratterizzati da precipitazioni concentrate in un breve arco di tempo e da forti grandinate. Questi sistemi temporaleschi sono immensi e possono raggiungere i 12 km di altezza. Il mesociclone ha un diametro tra 1 e 20 km.

Le fasi di un temporale a supercella sono tre: l’organizzazione (formazione del mesociclone, una zona di bassa pressione), la fase matura (il temporale è al massimo della sua potenza e vengono generati eventi meteorologici estremi come grandinate, forti venti e persino tornado) e la fase dissipativa (il temporale perde energia).

Le supercelle sono favorite dal forte contrasto termico tra la massa di aria fredda, in arrivo, e la massa di aria caldo-umida (già presente sul territorio). L’aria calda e umida si scontra con quella fredda e viene sollevata velocemente verso l’alto. Maggiore è la differenza di temperatura tra le due masse d’aria, maggiore sarà l’energia del temporale (ecco perché un temporale che è preceduto da una giornata estremamente calda è più intenso e violento).

Il sistema temporalesco a supercella è autoalimentato poiché la rotazione favorisce il moto convettivo delle masse d’aria: quando la massa d’aria calda sale, si raffredda e diventando più “pesante” scende, riscaldandosi. L’aria calda risale e si crea una sequenza continua detta “moto convettivo”. Le correnti discendenti portano la pioggia e la grandine verso il suolo. Quando il temporale si è formato completamente, blocca le correnti orizzontali incrementando la rotazione. Il temporale dura quindi molto (anche diverse ore) e può percorrere molti chilometri. Infatti i temporali che hanno colpito il FVG tra il 24 e il 25 luglio si sono originati in Lombardia e sono giunti fino in FVG dove hanno trovato una situazione al suolo molto favorevole che ha permesso la loro intensificazione. La regione è stata colpita da due supercelle aventi la stessa traiettoria a distanza di circa 2 ore l’una dall’altra.

Le supercelle favoriscono la formazione di chicchi di grandine molto grandi, superiori a 5 cm di diametro. Ad Azzano Decimo è caduto un chicco con diametro massimo di 19 cm, che attualmente rappresenta un record europeo (battendo il chicco caduto in Veneto, a Carmignano di Brenta, appena una settimana prima). Per pochi millimetri il chicco non ha battuto il record del mondo, detenuto dagli Stati Uniti dove nel 2010 in Sud Dakota è caduto un chicco dal diametro massimo di 20,3 cm.

La grandine grossa deve essere sostenuta da una struttura temporalesca grande, che mantenga in sospensione i chicchi anche per molto tempo. Inoltre l’aria deve essere molto umida (deve contenere una grande quantità di vapore acqueo prima di saturare): tutte queste caratteristiche sono soddisfatte da un temporale a supercella.

Sono sempre più frequenti anche i downbursts, fenomeni in cui durante un temporale grandi masse d’aria precipitano dall’alto verso il basso colpendo il suolo e creando forti ventate che si espandono progressivamente. Lo stesso accade quando buttiamo un sassolino in acqua: si propagano delle onde concentriche che dal punto di impatto si espandono verso l’esterno a 360°.

Diversità stagionale ed evoluzione dei fenomeni temporaleschi in futuro

L’estate scorsa era stata caratterizzata da siccità e incendi, con temperature molto elevate anche per lunghi periodi di tempo: una situazione molto diversa da quest’estate. Com’è possibile?

Questa differenza si spiega con la diversità stagionale: negli anni la stessa stagione può presentare caratteristiche differenti. Tale diversità è assolutamente normale. La stagione estiva è però in evoluzione negli ultimi anni. In primo luogo si ha un ampliamento della stessa, che arriva a comprendere anche i mesi di giugno e settembre; la stagione estiva quindi, negli ultimi 10-20 anni, si è ampliata (arrivando anche a 5/6 mesi). Inoltre stiamo assistendo ad un’estremizzazione di alcuni fenomeni quali temporali e grandinate. Ogni anno i temporali registrati sono sempre più forti ed energetici: il trend è quindi in crescita e in futuro ci dovremo aspettare temporali sempre più forti.

Per quanto riguarda le grandinate è difficile definire una tendenza. Negli ultimi 35 anni stiamo assistendo ad una diminuzione della densità di chicchi (cadono meno chicchi rispetto a 35 anni fa) ma è in aumento la loro grandezza media.

Come fronteggiare i fenomeni estremi?

Per poter fronteggiare le emergenze meteorologiche al meglio è necessario comprendere l’evoluzione del clima e dei fenomeni ad esso associati. Il cambiamento climatico sta progressivamente alzando la temperatura media del pianeta (e, inevitabilmente, del Friuli Venezia Giulia e del Triveneto). Tutti gli scenari calcolati concordano sull’aumento della temperatura media (è possibile verificare ciò autonomamente collegandosi al sito https://clima.arpa.veneto.it/ che permette di calcolare diversi scenari e verificare l’aumento della temperatura media fino al 2100).

Temperature più alte comporteranno masse d’aria più calde che scontrandosi con le correnti atlantiche daranno vita a fenomeni temporaleschi sempre più violenti.

È essenziale quindi fare prevenzione, intervenire sulle criticità per prevenire i danni causati da tempeste sempre più violente. Al momento possiamo solamente metterci al riparo e aspettare che ritorni il bel tempo.

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