Uomo accoltellato a Pasqua a Trieste, confermato l’arresto per la moglie

Trieste – È stato convalidato il 4 aprile l’arresto per Loredana Crasso, la donna che domenica 1° aprile ha ucciso il marito, Fulvio Visintin, con una coltellata al petto.

Il Tribunale ha anche conferito gli incarichi agli esperti per effettuare gli esami autoptici sul cadavere dell’uomo e sull’arma utilizzata per l’omicidio.

La donna si è presentata in mattinata al Tribunale di Trieste accompagnata dagli avvocati ma a quanto si apprende si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere.

Uno dei suoi legali, l’avv. Silvano Poli, ha riferito che la propria assistita è in uno stato di “confusione”, che “non ha parlato davanti ai giudici” e che si trova ancora “in uno stato di choc”, sostenendo che “è prematuro” parlare di legittima difesa come strada legale da imboccare. La donna, ha detto l’altra legale della donna, avv. Sara Bearzi, “ammette quello che è accaduto ma non ricorda le modalità di come è avvenuto, ha un vuoto”.

Nella nottata tra il 1° ed il 2 aprile la signora Crasso era stata sottoposta a fermo da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica, per la sua responsabilità nell’omicidio del marito, deceduto nel tardo pomeriggio di domenica 1° aprile all’interno della propria abitazione per una grave emorragia causata da una profonda ferita da taglio al petto.

La donna aveva dapprima fornito una ricostruzione di comodo dei fatti accaduti all’interno delle mura domestiche, che era apparsa da subito non sostenibile per le numerose contraddizioni.

Gli investigatori della Squadra Mobile nell’immediatezza del fatto avevano messo più volte la donna di fronte all’evidenza dei numerosi elementi oggettivi che riconducevano ad un suo netto coinvolgimento, finché questa aveva ammesso la sua responsabilità.

Questa la ricostruzione dei fatti: la coppia, che attraversava una crisi già da alcuni anni, era rientrata in abitazione nel tardo pomeriggio dopo aver trascorso il pranzo pasquale a casa di alcuni parenti e si trovava nel soggiorno, quando i due hanno iniziato a discutere animatamente per futili motivi.

L’uomo, che si trovava seduto sul divano impugnando un coltello da cucina, si sarebbe alzato continuando ad insultare la moglie che era in piedi davanti a lui.

Nonostante il racconto confuso, la donna aveva dichiarato agli inquirenti che, piena di livore coltivato verso suo marito per i pregressi dissidi degli ultimi anni, sentitasi minacciata, avrebbe sottratto l’arma e, rivolgendola verso di lui, lo avrebbe poi colpito al petto.

Tuttavia, resasi conto della serietà del gesto e delle precarie condizioni fisiche del marito, aveva contattato immediatamente l’emergenza sanitaria, che comprendendo la gravità dei fatti aveva subito all’allertato la centrale operativa della Polizia di Stato per un intervento congiunto sul posto.

Nonostante i numerosi tentativi da parte del personale medico del 118 di rianimarlo sul posto, l’uomo era deceduto pochi minuti dopo.

La Polizia ha assicurato la scena del crimine, preservando l’immobile da potenziali inquinamenti delle fonti di prova e raccogliendo tutte le informazioni dalle persone in grado di riferire circostanze utili per il prosieguo delle indagini.

Gli accertamenti successivi sono stati eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile e coordinati dal sostituto Procuratore della Repubblica di turno, intervenuto sul posto. All’esito della confessione, ha disposto il fermo della donna in regime di arresti domiciliari.

Eseguito il sopralluogo tecnico della scientifica, rinvenuta l’arma del delitto, un coltello da cucina recante ancora vistose recante tracce ematiche, l’appartamento è stato messo sotto sequestro.

 

 

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